Uno degli insetti in grado di causare gravi danni alle derrate e ai prodotti stoccati di origine animale è il Coleottero Dermestes lardarius Linneo, 1758. Pertanto la sua presenza viene monitorata nei depositi di stoccaggio di alimenti e nei locali in cui vengono conservate collezioni zoologiche e fibre di origine animale.
L’adulto del Dermeste del lardo, ha il corpo lungo da 7 a 10 mm, di colore nero. Del capo, parzialmente nascosto dal primo segmento del torace, sono visibili le antenne clavate che presentano gli ultimi 3 antennomeri ingrossati. Nella metà anteriore delle elitre, che coprono dorsalmente tutto l’addome, è presente una caratteristica fascia giallastra con macchie più scure.
Le uova lunghe circa 2 mm, sono di colore biancastro. Le larve di colore marrone rossastro, di forma allungata, con numerose setole di varia lunghezza e zampe ben sviluppate. Il corpo delle larve mature è lungo circa 15 mm.
Le pupe, di forma ovale, sono giallastre con alcune aree dorsali di colore marrone rossastro; all’estremità dell’addome presentano due corte spine ricurve.
Le femmine fecondate depongono da 150 a 200 uova, in gruppi di 5-7 elementi, sui substrati di origine animale dei quali si nutriranno le larve. In condizioni di laboratorio a 25°C e nei depositi dove possono alimentarsi di sostanze proteiche e grasse, lo sviluppo si completa in circa 2 mesi e nel corso dell’anno possono succedersi più generazioni. In natura lo sviluppo larvale si completa in 4- 6 mesi; le larve, molto resistenti al digiuno, sono lucifughe e procedono a scatti. Giunte a maturità vanno alla ricerca di strutture lignee entro cui scavano gallerie lunghe fino a 12 mm, nelle quali impupano e si trasformano in adulti dopo circa 15 giorni. Quest’ultimi restano in diapausa entro le gallerie dalle quali usciranno a partire dl mese di aprile.
La specie in natura vive nei nidi di uccelli ed è pressoché cosmopolita essendosi adatta a vivere nelle abitazioni, nei musei, negli allevamenti zootecnici, nonché nei depositi e nei laboratori di pellame. La sua presenza era particolarmente temuta negli stabilimenti bacologici, un tempo molto diffusi in Italia, poiché perforava i bozzoli dopo che erano stati messi nella stufa per uccidere la crisalide del baco da seta e della quale il Dermeste si nutriva. La presenza di bozzoli forati deprezzava intere partite pronti per la lavorazione.
Se per limitare i danni, causati negli ambienti antropizzati da adulti e larve, il Coleottero deve essere tenuto sotto controllo. In natura la sua presenza è utile poiché è uno degli insetti necrofagi che contribuisce al riciclaggio rapido ed efficace delle carcasse di mammiferi e uccelli che attraggono le femmine adulte e delle quali si alimentano le larve.
Un’attività poco appariscente, ma altrettanto utile, è quella di predazione delle uova di lepidotteri defogliatori forestali, soprattutto di Limantriidi, che sono protette dai peli addominali delle femmine. Il numero di uova eliminate è di norma limitato; tuttavia per raggiungere le uova di D. lardarius con le robuste zampe, scompagina le ovature e in tal modo facilita l’attività degli ooparassitoidi. In particolare le percentuali di parassitizzazione, rilevate nelle quercete dei Monti Nebrodi in Sicilia, hanno raggiunto valori medi del 70% nelle ovature scompaginate, mentre in quelle integre, la percentuale di uova parassitizzate dall’imenottero Encirtide Ooencyrtus kuwanae (Howard) si è attestata su valori medi del 28% e solo a spese delle uova dello strato più superficiale dell’ovatura.
Foto: Adulto di Dermestes lardarius su ovatura di Lymantria dispar