I nanomateriali sono materiali con almeno una delle dimensioni comprese tra uno e cento nanometri. Un nanometro (cioè un milionesimo di millimetro) è cinquantamila volte inferiore al diametro di un capello e siamo quindi in un universo impercettibile all’occhio umano. Un solido la cui superficie è di un centimetro quadrato, se frazioniamo questo solido in milioni di particelle la sua superficie aumenta di milioni di volte e da qui l’aumento enorme della loro superficie e quindi un migliore sfruttamento delle loro proprietà, riducendone drasticamente la quantità utilizzata. I campi di applicazione dei nanomateriali sono vari: elettronica, farmaceutica, energia, ambiente, alimentare, packaging, tessile, cosmetico ecc. e ad oggi non ancora del tutto esplorati.
Le proprietà fisiche dei materiali e in particolare i nanocomposti interessano anche l’alimentazione, in un orientamento che tende a privilegiare i trattamenti fisici rispetto a quelli chimici, questi ultimi sempre più osteggiati dall’opinione pubblica. I possibili campi di applicazione alimentare dei nanomateriali sono molteplici e riguardano anche gli alimenti e per ora soprattutto i loro imballaggi.
I nanomateriali possono in teoria essere proposti per l’uso come additivi alimentari, cioè per specifici scopi tecnologici (anti-agglomeranti, coloranti ecc.). Al momento non ci sono nanomateriali proposti come additivi, ma sono stati individuati alcuni additivi utilizzati da lungo tempo (come i biossidi di silicio e di titanio) che contengono una parte dei loro costituenti in nanoforma. Di fatto in questo periodo negli alimenti di produzione nazionale e comunitaria la presenza di nanomateriali non è significativa e limitata alla frazione in nanoforma.
I nanomateriali sono utili nell’industria del packaging e della conservazione: aggiunti nelle plastiche, permettono conservazioni migliori, grazie all’effetto barriera potenziato. Un esempio sono le nanoparticelle di argento di cui sono sfruttate le proprietà per la realizzazione di superfici con caratteristiche antibatteriche che possono prolungare la durata degli alimenti confezionati senza l’uso di molecole chimiche.
Ancora incomplete sono però le conoscenze sugli effetti che le nanoparticelle possono avere sull’organismo una volta ingerite attraverso gli alimenti. Proprio su questo punto sono in corso importanti attività di ricerca che potranno chiarire i dubbi esistenti. In attesa degli sviluppi delle ricerche scientifiche l’atteggiamento dell’UE è molto prudente.
Secondo le normative vigenti nella Unione Europea, gli alimenti contenenti nanomateriali rientrano nella categoria dei “novel food” e quindi il loro impiego deve essere esplicitamente autorizzato. La loro eventuale autorizzazione è subordinata alla dimostrazione della loro efficacia e soprattutto alla loro sicurezza per i consumatori, che deve essere valutata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Al momento non ci sono nanomateriali proposti come additivi, ma sono stati individuati alcuni additivi utilizzati da lungo tempo (come i biossidi di silicio e di titanio) che contengono una parte delle particelle costituenti in nano forma e questo processo di produzione impiegato é all’esame dell’EFSA nel contesto del programma di rivalutazione degli additivi autorizzati.
Qualunque sia il motivo del loro impiego (come ingredienti o come additivi), l’eventuale presenza di nanomateriali negli alimenti deve essere indicata nelle etichette (con la parola “nano” fra parentesi dopo il nome dell’ingrediente).
Nella Unione Europea sono oggi autorizzati pochi nanomateriali come additivi delle plastiche a contatto con gli alimenti, per i quali l’EFSA ha accertato l’assenza di migrazione nell’alimento. In altre parti del mondo le nanotecnologie sono relativamente più diffuse e l’UE esercita una vigilanza per evitare l’importazione di prodotti che le utilizzano, se lo stesso uso non è autorizzato in Europa.
É però di fondamentale importanza informare i consumatori sui nanomateriali anche per denunciare gli eventuali problemi che potrebbero essere correlati alla loro applicazione e, ove necessario, le adeguate misure precauzionali da adottare.
Nanotechnology on the table
Nanomaterials are materials that have at least one dimension between one and one hundred nanometers. A nanometer (i.e., the millionth part of a millimeter) is fifty thousand times less than the diameter of a hair so we are in a universe that is imperceptible to the human eye. Nanomaterials have found applications in various fields, including electronics, pharmacology, energy, environment, food, packaging, textile, cosmetics etc., with not all possibilities having yet been investigated.
The possible food applications of nanomaterials are numerous and they are related not only to foodstuffs but especially to their packaging up to now.
In theory, nanomaterials can be proposed for use as food additives, namely, for specific technological purposes (anti-caking agents, colorings, etc.). At the moment, no nanomaterials have been proposed as additives, but some additives used for a long time (such as silicon and titanium dioxides) contain a part of their constituents in nanoform. In national and community foodstuffs the presence of nanomaterials in not big at the moment and limited to nanoform parts.
Whatever the reason for their use (as ingredients or additives, the possible presence of nanomaterials in food must be indicated on the labels (with the word "nano" in brackets following the name of the ingredient).