Carta d'identità per il latte

  • 08 June 2016
Già con la carne è stato difficile avere etichette che dichiarassero l'origine del prodotto. Persino il Parlamento europeo nel 2012 si espresse contro, per poi cambiare idea negli anni a seguire. Adesso tocca al latte ripetere lo stesso percorso, si spera con minori difficoltà e maggiori successi.
Complice la crisi che attanaglia il settore, si vorrebbe introdurre l'origine sulle confezioni di latte. Il Parlamento europeo ha già detto di sì nei primi giorni di maggio. Ma ciò che conta è la decisione della Commissione europea, sempre critica nei confronti delle etichette “trasparenti”. Colpa delle lobby agroalimentari, secondo alcuni, preoccupazioni per l'aumento dei costi secondo la versione “ufficiale”.

Ora l'Italia sembra forzare la mano con un decreto interministeriale che comporterebbe l'obbligo di indicare la provenienza per i prodotti lattiero caseari. Un “sistema sperimentale”, come lo ha definito il ministero per le Politiche agricole, che firma il decreto in accordo con con il ministero dello Sviluppo economico. Nuove regole che coinvolgono tutti i prodotti: latte a lunga conservazione, burro, yogurt, mozzarella e formaggi e latticini. Una “rivoluzione” che per andare in porto avrà bisogno del via libera della Commissione europea alla quale il testo del decreto è stato inviato per la necessaria autorizzazione.

Puntigliosa l'indicazione che si propone di adottare e che prevede diverse diciture in funzione non solo della provenienza del latte ma anche del luogo ove avviene la sua trasformazione. Queste le formule proposte:
“Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”; 
“Paese di confezionamento: nome del paese in cui il prodotto è stato confezionato”; 
“Paese di trasformazione: nome del paese nel quale è stato trasformato il latte. 
Qualora tute queste fasi siano avvenute in un solo paese, si avrà un'indicazione unica, “origine del latte:” seguita dal nome del paese. In ogni caso si dovrà indicare anche dove è avvenuta la mungitura.
Se confezionamento e trasformazione si svolgono in nazioni diverse, all'indicazione “origine del latte:” potrà far seguito a seconda dei casi: Paesi Ue, o Paesi non Ue e infine Paesi Ue e non Ue.


Indicare l'origine del latte in etichetta è quanto chiedono i consumatori, come dimostra un'indagine demoscopica commissionata da Ismea, dalla quale emerge che il 67% delle persone sarebbe disposta a spendere di più per conoscere meglio ciò che porta in tavola. Numeri che salgono al 95% quando si chiede l'importanza di conoscere l'origine delle materie prime dei prodotti agroalimentari.


da Agronotizie, 2/06/2016