La produzione ortofrutticola della Provincia di Foggia e del Barese costituisce circa l’80% della produzione della Puglia. Foggia si colloca al primo posto per la produzione delle colture orticole da pieno camp e tra i primi a livello nazional . Il valore della produzione commercializzata della Capitanata si attesta oltre i 45 milioni di euro di produzione aggregata ed è costituita prevalentemente da coltivazioni orticole, mentre il distretto dell’ortofrutta Barese è formato, per la maggior parte, da uva da tavola e ciliegie con un valore della produzione commercializzata di circa 30milioni di euro. Taranto, Brindisi e Lecce raggiungono insieme un valore aggregato di produzione ortofrutticola intorno ai 25 milioni di euro .Nell’insieme l’ offerta aggregata, non raggiunge il 25% del totale. La Regione Puglia persegue l’obiettivo della qualità dei prodotti con la certificazione e il marchio “prodotti di qualità di Puglia”, ma ha conseguito risultati deludenti,infatti solo 2.000 aziende singole e 160 concessionarie hanno aderito al progetto del marchio qualità Puglia ; è aumentato comunque lo standard medio qualitativo dei prodotti, sempre più richiesto dal mercato. Il Ministero delle Risorse Agroalimentari punta ad aumentare le esportazioni entro il 2020 del 30%,per cui oltre alla domanda interna, che manifesta segni di ripresa, va promossa l’esportazione soprattutto dei prodotti di qualità. Le esportazioni agroalimentari della Capitanata nel 2015 hanno confermato la tendenza del 2014 ,con una tenuta delle quote di mercato delle esportazioni nell’U.E. e nei paesi extra comunitari, U.S.A., Giappone. Per l’export agroalimentare in Russia si sono registrate ripercussioni marginali per la Capitanata a causa delle misure restrittive degli scambi commerciali in Unione Europea. Il calo sensibile di esportazione di uva da tavola ha interessato in modo significativo le province di Bari e Taranto. Secondo i dati ISTAT, i prezzi al consumo dei prodotti alimentari nel 2015 sono cresciuti 11 volte la media dell’inflazione che è stata dell’ 0,1% annuo. Particolarmente accentuata è la volatilità dei prezzi dell’ortofrutta per le condizioni stagionali sempre più variabili , ma anche condizionata da significative distorsioni del mercato, spesso per oligopoli, cartelli e attività speculative anche illecite . Non meno importante ,per la criticità di un settore che ha tante potenzialità non espresse, è la filiera dei ”passaggi tra produttori e consumatori” soprattutto quando l’offerta non è aggregata e il prodotto è indifferenziato. Il fenomeno è più contenuto nelle regioni del Centro- Nord che raggruppano oltre il 70% dei produttori , mentre nel Mezzogiorno solo il 27 %. Circa il 50 % della spesa sostenuta e finanziata dall’U.E. alle organizzazioni di produttori è finalizzata al miglioramento e alla salvaguardia della qualità dei prodotti ed al perfezionamento delle condizioni di commercializzazione. Anche la qualità dei prodotti “bio” della Puglia in particolare, nonostante la concorrenza dei paesi competitor di Grecia e Spagna, sempre più apprezzati sul mercato, ha conquistato quote significative di mercato nei paesi del Nord Europa. L’andamento delle performance tendenziali aziendali tende a contrarsi ,-5% nel 2015 per il reddito netto aziendale, che rappresenta circa il 30% della produzione lorda vendibile con cui remunerare lavoro, capitale fondiario, interesse sul capitale di anticipazione e tornaconto. Nel complesso, il sistema tiene sia pure in condizioni di marginalità, ma può dare performance migliori soprattutto aumentando la qualità, gli standard di commercializzazione, e la genuinità delle produzioni.