Questo interessante documento della FAO arriva in un momento assai agitato del dibattito italiano circa la dieta alimentare più adeguata per tutti noi, soprattutto per i suoi numerosi risvolti sulla salute. In Italia, come è noto internazionalmente, "si mangia bene" e di questo, personalmente, ne sono molto convinto; diversa è la posizione di ciascuno di noi quando si affronta il problema di cosa faccia bene o male o di quale sia la scelta alimentare più giusta sul piano dell’impatto sulle risorse planetarie da parte di una popolazione globale che ha superato gli 8 miliardi e che è tutt'ora in crescita, ma che, necessariamente deve alimentarsi tutti i giorni.
Nella Prefazione al documento si sottolinea come il nostro pianeta sia segnato da profonde contraddizioni; ad esempio, un decimo della popolazione soffre la fame e ben tre miliardi di nostri "fratelli" soffrono per non potersi alimentare con una dieta sana, ma, allo stesso tempo, ben una persona su tre è sovrappeso o addirittura obeso, mentre poco meno del 25% dei bambini mostrano una crescita rachitica e oltre mezzo miliardo di donne soffre di anemia. Tutti questi guai derivano da malnutrizione che può essere risolta solo con una dieta alimentare sana.
Risulta semplice constatare come gli alimenti che possiamo ottenere da molti animali terrestri, siano in grado di provvedere ai nostri bisogni di energia e di principi nutritivi essenziali come proteine, lipidi, vitamine e elementi minerali, in modo molto più efficace rispetto ad altre sorgenti alimentari.
Gli allevamenti animali sono in grado di contribuire ad una sana alimentazione umana anche se devono affrontare una serie di ostacoli che, a seconda degli ambienti si configurano in modo diverso; essi vanno da problemi ambientali come i pericoli della deforestazione, il cambiamento di uso dei suoli, le emissioni di gas serra, l'uso inadeguato di acqua e suolo -risorse naturali primarie per l'agricoltura-, inquinamento, ecc., a problematiche inerenti la gestione stessa del bestiame che include la bassa produttività, il pascolo eccessivo e il trascurato benessere animale non più tollerato non solo dalle società privilegiate. Infine, non si può dimenticare che la salute degli animali allevati è precaria e, quindi, richiede continue attenzioni anche terapeutiche, oltre a sottolineare che vi sono continue evidenze anche di zoonosi -infezioni che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente dagli animali all'uomo-.
Entro questo quadro certamente non semplice, la FAO, come ha già fatto in una serie di valutazioni dei sistemi agroalimentari, ha applicato la prospettiva One Health anche al settore zootecnico per accertarne tutti i risvolti sul piano delle ricadute ambientali, economiche e sociali in modo da inserire il contributo degli allevamenti animali entro le linee guida dello Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030, consentendo un reale giudizio in termini di sicurezza alimentare, sistemi alimentari sostenibili e diete sane.
Questo meticoloso e accurato lavoro ha generato quattro sezioni del documento il primo dei quali riguarda tutte le valutazioni a valle del consumo di cibo, originato dagli allevamenti animali, all'interno di diete salutari e che conferma il suo fondamentale contributo alla salute delle popolazioni. Tali conclusioni fanno parte delle raccomandazioni alimentari della FAO che in tal modo sottolinea con forza come il ruolo degli allevamenti sia determinante per contrastare la povertà, contribuire alla sicurezza alimentare in modo sostenibile, nell'ottica di Agenda 2030.
Il lavoro è stato realizzato da una imponente gruppo di lavoro che ha mobilitato alcune decine di tecnici di varie Divisioni della FAO con la stretta collaborazione di altrettanti esperti di vari centri di ricerca; la prima bozza del documento è stata trasmessa alla comunità scientifica ampia, comprendente sia il settore pubblico che privato, includendo anche altre importanti organizzazioni delle Nazioni Unite, come l'Organizzazione Mondiale della Salute (WHO). Al termine di questo complesso lavoro di comunicazione sono stati ricevuti oltre 1400 commenti che sono stati attentamente valutati e che hanno contribuito alla stesura finale del documento.
Risultati principali del lavoro svolto
Gli alimenti derivati dagli allevamenti animali possono dare un contributo essenziale al raggiungimento degli obiettivi nutrizionali globali fissati dall'ONU sia mediante delibere della WHO che attraverso la definizione degli obiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, mirando, in particolare a ridurre: a) il rachitismo dei bambini sotto i cinque anni di età, b) la nascita di bambini sottopeso, c) l'anemia nelle donne in età riproduttiva (15-49 anni), d) l'obesità dei bambini, diffusa in alcune aree del mondo, così come quella degli adulti, unitamente a altre malattie collegate ad una dieta sbilanciata.
Composizione nutritiva e bioattiva e valore degli alimenti derivati dagli allevamenti
Gli alimenti di origine animale sono più ricchi in proteine di elevata qualità rispetto ad altri cibi di differente origine, in particolare vi è abbondanza di aminoacidi e di fattori bioattivi con specifici ruoli per la salute umana (ad es.: carnitina, creatina, taurina, idrossiprolina). Inoltre, la presenza di acidi grassi a catena lunga costituisce una importante sorgente di energia e, contemporaneamente, assicura un buon controllo del metabolismo cellulare; analogamente il buon rapporto tra gli acidi grassi essenziali, rinvenuto in questi alimenti, assicura un efficace funzionamento delle capacità cognitive in tutte le fasi della vita umana.
Nella carne rossa è più facile rinvenire ferro e zinco in forma più biodisponibile, rispetto ai cibi di origine vegetale. Il latte ha una alta concentrazione di calcio biodisponibile e, generalmente, gli alimenti di origine animale sono più ricchi in selenio, vitamina B12 e colina.
Effetti degli alimenti di origine animale sulla salute durante tutto il corso della vita
Gli alimenti di origine animale che maggiormente esercitano effetti positivi sulla salute sia delle donne che degli uomini così come dei bambini in età prescolare o scolare, sono il latte e i suoi derivati, seguiti dalla carne bovina e dalle uova; per tutte le altre carni (pollame, suini, selvaggina, insetti, ecc.) l'esiguità degli studi sinora condotti non consente precise conclusioni. Una chiara indicazione si ha sugli effetti positivi che il consumo di latte e suoi derivati, da parte delle donne incinte, ha sul peso e sull'altezza del neonato. I bambini in età scolare aumentano significativamente le loro abilità cognitive alimentandosi di carne bovina.
Per gli adulti, genericamente indicati, il consumo del latte e dei suoi derivati è sicuramente positivo nel ridurre molte cause di mortalità -ipertensione, ictus, cancro al seno, carcinoma del colon-retto, obesità, osteoporosi, ecc.- Prove convincenti suggeriscono che, negli adulti, l'assunzione di carne tra 85 e 300 g/giorno possano proteggere dalla carenza di ferro.
Stato sanitario degli alimenti ottenuti da animali allevati
In questa rassegna, sostanzialmente positiva circa le ricadute positive del consumo di carne sulla salute dei consumatori, non potevano mancare alcune sottolineature sui problemi che pure si riscontrano.
Tra di essi ha certamente un ruolo importante la trasmissione di malattie causata da una alimentazione di cibo contaminato, soprattutto a causa di attacchi batterici; i disturbi causati dal consumo di cibo contaminato rappresentano circa un terzo dei disturbi totali indotti dagli alimenti di origine animale. Sfortunatamente la complessa realtà di questa problematica a livello delle varie società nazionali non è ben conosciuta.
La intensificazione degli allevamenti e l'incremento del consumo di cibo lavorato contribuiscono all'aumento dei pericoli alla salute da parte dei prodotti di origine animale; a ciò si aggiungono le sfide poste dalla crescente resistenza agli antibiotici. Tale complessa materia può comportare rischi per la salute umana che devono essere affrontati nell'interfaccia tra animali, uomo, ambiente secondo l'approccio One-Health, all'interno dei sistemi nazionali di controllo alimentari.
Problemi di attualità
Sono tornati di attualità i prodotti alimentari in polvere, nonostante rimangano irrisolti i problemi legati al costo per ottenerli. Viene usato in modo diffuso il latte in polvere che costituisce un ingrediente fondamentale dei cosiddetti cibi fortificati, risultando molto efficace come supplemento terapeutico nei casi di malnutrizione acuta di neonati e bambini. Anche le uova in polvere si usano, anche se a livello inferiore rispetto al latte in polvere, nei cibi fortificati.
Più recenti sono le alternative ai prodotti degli allevamenti animali rappresentate da alimenti ricavati dalle piante o dall'allevamento in-vitro di cellule animali. Entrambi questi prodotti non possono sostituire la carne degli allevamenti perché risultano carenti sul piano della composizione nutrizionale. Le alternative vegetali alla carne animale hanno almeno due "difetti": sono carenti in alcuni nutrienti essenziali e hanno una concentrazione eccessiva di sodio, di grassi saturi e di zuccheri. D’altro canto, per la carne allevata in vitro è ancora indispensabile un preciso accertamento dell'assenza di rischi per la salute nel prodotto ottenuto su scala industriale.
Su di un piano strettamente nutrizionale non ci sono opposizioni particolari all'uso alimentare degli insetti; il problema maggiore è rappresentato dalla loro accettabilità da parte di una buona parte della popolazione mondiale a causa di barriere culturali e preferenze individuali, nonostante la loro elevata "performance" sul piano ambientale. Anche per gli insetti sono ancora da valutare compiutamente le caratteristiche per un impiego sicuro sotto il profilo sanitario.
I recenti studi sul microbiota umano hanno messo in evidenza che alcuni effetti della dieta alimentare sulla nostra salute possono essere mediati dal microbiota intestinale, cioè dai mille miliardi di microrganismi che vivono abitualmente nel nostro intestino. Ad esempio, alcuni alimenti come molte carni e latticini possono influenzare positivamente le funzioni intestinali mediante la produzione di metaboliti microbici, mentre una alimentazione di elevate quantità di carni rosse e/o lavorate e ricche in grassi saturi possono indurre effetti deleteri.
In conclusione, la valutazione del ruolo della carne, proveniente dagli allevamenti animali, nelle diete salutari e sostenibili non può prescindere dalla enorme variabilità di condizioni esistenti nel pianeta in termini di risorse naturali e di situazione sanitaria di base, così come risultano determinanti le esigenze nutritive delle persone nel corso della loro vita, la disponibilità e l'accesso al cibo e i ruoli ecosistemici degli allevamenti. Complessivamente, una elevata diversità di alimenti nella dieta (alimenti di origine vegetale e animale sia terrestre che acquatica) contribuisce ad una più elevata adeguatezza nutrizionale.
Problemi non risolti
Esistono importanti lacune che devono essere colmate affinché la valutazione del ruolo degli alimenti, derivati dagli allevamenti animali, diventi definitiva. Tra di essi si annoverano i dati scientifici ancora incompleti circa il significato nutrizionale e l'impatto sulla salute umana di molte carni (polli, pecore, capre, maiali, conigli, animali selvatici e insetti).
Le varie linee-guida nazionali per la dieta alimentare dovrebbero essere aggiornate con precise raccomandazioni circa la quantità giornaliera di carne animale consigliata durante le varie fasi di vita delle persone anche alla luce delle problematiche di consumo eccessivo o di sottoconsumo di carne animale in considerazione della crescente carenza di micronutrienti e disturbi associati.
*Titolo originale: "Contribution of terrestrial animal source food to healthy diets for improved nutrition and health outcomes – An evidence and policy overview on the state of knowledge and gaps." Documento della FAO, in bozza, 2023 ROMA