Il 19 aprile 2023 presso la sede dell’Accademia e in streaming si è svolto il seminario “Innovazione nella ingegneria delle produzioni olivicole” che fa parte di un ciclo di incontri promossi nell’ambito del protocollo di intesa con il Collegio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati.
L’intervento del Presidente Mario Braga ha sottolineato come l’olivicoltura italiana stia affrontando la sfida della trasformazione imprenditoriale delle molteplici e differenziate aziende che costituiscono un patrimonio colturale e paesaggistico oltreché produttivo. Il cambiamento di mentalità e quindi di strutturazione e gestione degli oliveti è oggi teso alla modernizzazione dei processi produttivi distinguendosi dagli schemi di produzione di olio internazionale (commodities) e mantenendo la linea della qualità e tipicità di prodotto.
Il Presidente Braga, nel ricordare il fondatore della nostra Accademia, Cosimo Ridolfi, ha sottolineato come anche questo passaggio per l’olivicoltura richieda un forte impegno delle scuole agrarie e una attenzione pedagogica nel guidare imprenditori e tecnici nei nuovi orizzonti delle tecnologie oggi mese a disposizione dai sistemi dello spazio, dalla digitalizzazione e georeferenziazione, dai sistemi modellistici e dalle tecnologie di automazione.
Fondamentale il tenere sempre in grande considerazione l’unicità delle produzioni olearie italiane anche nel contesto della mediterraneità e la centralità della olivicoltura nel mantenimento di una tipicità culturale e territoriale.
Dopo una panoramica del ruolo dell’Accademia nello sviluppo dell’innovazione tecnologica in olivicoltura iniziato negli anni ’60 con la realizzazione del primo cantiere integrato di raccolta, intercettazione e recupero delle olive denominato SR 12 e caratterizzato da un braccio manipolatore con testata di scuotimento capace di scuotere le diverse branche degli olivi policonici e dal primo ombrello rovescio di raccolta. Doveroso il riconoscimento agli accademici Giuseppe Stefanelli, Mario Periccioli, ed ai tecnici Ing Gebedingen e Franco Andreucci, ideatore quest’ultimo di numerose innovazioni fondamentali per l’olivicoltura.
I contributi tecnologici sono proseguiti negli anni ’90 con lo sviluppo di macchine portatili di scuotimento e pettinatura, negli anni 2000 le piccole macchine agevolatrici e soprattutto con l’applicazione agli escavatori di pettini e scuotitori, fino ad arrivare alla progettazione di macchine pettinatrici in continuo di piccole dimensioni per gli impianti a spalliera alta compatibili con le nostre varietà tipiche.
Il prof Bruno Bernardi e l’Accademico prof Giuseppe Zimbalatti Rettore dell’Università di Reggio Calabria hanno quindi illustrato le tecnologie oggi disponibile per la meccanizzazione della raccolta nell’olivicoltura superintensiva che offrono una elevata efficienza della raccolta realizzata in continuo mediante l’impiego di macchine scavallatrici, sempre più fornite di pacchetti tecnologici che variano dalla guida automatica, alla pesatura a bordo, fino alla cartografia dei rendimenti e tracciamento delle file lavorate. Innovazioni che le rendono sempre più rispondenti alla crescente necessità di poter gestire i processi produttivi basandosi anche sul supporto di tecnologie informatiche e digitali, oltre che sull’esperienza degli agricoltori, orientandone le decisioni in funzione della variabilità spaziale e temporale delle produzioni.
Il prof. Daniele Sarri Dip. DAGRI Università degli Studi di Firenze, AgrismartLab & SmartfarmingLab ha quindi illustrato il complesso quadro di opportunità e problemi attuativi in merito alla Innovazione digitale in olivicoltura. L’olivicoltura può oggi avvalersi di tutti gli strumenti che offre l’agricoltura digitale per il perseguimento di un’ottimizzazione della utilizzazione dei fattori della produzione e dell’innalzamento della qualità e la differenziazione delle produzioni. Strumenti quali sensori prossimali e remoti utili al rilevamento degli stress fisiologici e fitopatologici, per mappature quali-quantitative delle produzioni, uniti a macchinari che attuano una gestione differenziata delle coltivazioni sono oggi soluzioni mature e applicabili. Non meno importanti le piattaforme digitali che con la loro possibilità di archiviare ed interagire con i sensori, offrono un supporto alle decisioni e alla ottimizzazione della gestione del processo di interazione tra imprenditore agricolo, tecnici e enti di governo del territorio. L’insieme di innovazioni digitali necessita tuttavia di un cambio di approccio nell’imprenditorialità delle aziende olivicole affinché si avvii il non più rimandabile cambiamento.
E’ stato quindi affrontato dal prof. Giovanni Caruso e dall’accademico prof. Riccardo Gucci il nuovo approccio assistito da digitalizzazione automazione e modellistica.
La disponibilità di acqua sarà il principale fattore limitante per la crescita e la resa delle colture nell’area del Mediterraneo, che si prevede subirà drastici cambiamenti di temperatura e precipitazioni a causa dei cambiamenti climatici. L'irrigazione può aiutare a mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici sulle colture perenni, incluso l’olivo con una corretta applicazione dei protocolli di irrigazione in deficit che considera le interazioni tra la disponibilità di acqua, le proprietà del suolo e il vigore della chioma e della loro variabilità spaziale.
L’imprenditore Marco Falzo, Giampiero Cresti figura di rilievo nella olivicoltura toscana ed italiana e Lorenzo Venturini, Presidente del Collegio Toscano dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati hanno quindi portato esempi virtuosi di aziende olivicole che in una ottica di aggiornamento di impresa, stanno adottando soluzioni tecnologie e gestionali innovative.
Gli interventi hanno evidenziato come sia sempre più necessaria una visione sistemica nell’ingegneria gestionale di controllo dei parassiti e di impiego delle acque segnalando come i nuovi impianti debbano necessariamente tenere presente le necessità in tecnologie e risorse (in particolare l’acqua) necessarie nel ciclo vita degli impianti olivicoli.