E’ sorprendente la reazione, scomposta e fuori tiro, data da Coldiretti ed Agrofarma alla notizia (Rapporto ISPRA 2016) sullo stato d’inquinamento da pesticidi dei nostri fiumi e dei nostri terreni, notizia ripresa ampiamente dalla stampa nazionale e regionale (v. rassegna stampa Agrapress del 9 maggio 2016*). In un caso s’invocano le piogge come agenti causali, nell’altro si afferma che l’Italia è il paese più “verde” d’Europa. Bisognerebbe, invece d’invocare scuse o sviare l’attenzione, cercare di interpretare i dati di fatto, eventualmente proporre strategie d’uscita dal problema, comunicare correttamente al largo pubblico non tanto la bontà della nostra immagine come “sistema paese” bensì le cause e le possibili soluzioni.
La prima diretta conseguenza dello stato d’inquinamento da pesticidi è quella dei possibili riflessi sulla nostra salute, anche là dove forti sono le pressioni per utilizzare i prodotti caserecci e a chilometro-zero: sono alimenti sani? Solo un’accurata operazione di monitoraggio può rispondere all’interrogativo, indipendentemente che si tratti di prodotti dal “biologico” o dal “convenzionale” o dall’agricoltura integrata. Infatti le colture assorbirebbero i residui da terreni e falde inquinate indipendentemente dalla tecnica colturale. Questo primo messaggio è diretto ai consumatori e agli organi di controllo.
La seconda conseguenza è la chiara indicazione che nel processo di autorizzazione dei pesticidi bisogna porre l’attenzione, ancor di più di quanto già non si faccia, sulla valutazione del rischio cumulativo (espressamente voluta dal Regolamento europeo 396 del 2005). Vi sono sostanzialmente tre approcci: valutare il rischio cumulativo quando vi siano più sostanze presenti in uno stesso territorio ad un dato momento, valutare il rischio aggregato attraverso la valutazione di tutte le vie di esposizione, effettuare la valutazione probabilistica dell’esposizione attraverso l’uso delle distribuzioni anziché delle stime puntuali. Uguale maggior attenzione deve essere posta nel fissare i limiti massimi di residui negli alimenti. Questo secondo messaggio è diretto agli organi autorizzativi delle sostanze attive e dei prodotti formulati.
La terza conseguenza è sullo sviluppo o sull’uso di tecnologie appropriate per minimizzare il rischio che i pesticidi passino direttamente dal campo alla nostra tavola. Il livello di conoscenze tecnico-scientifiche in tema di “bio-remediation” (bio-disinquinamento) è elevato, ma queste tecniche devono di volta in volta essere adattate al singolo caso. Il messaggio in questo caso è rivolto alle strutture pubbliche a livello regionale o private a livello aziendale.
La quarta conseguenza è di carattere più generale sullo stato dei nostri terreni (sia a livello europeo che nostrano): purtroppo i guasti di una gestione agronomica non corretta, nel passato anche recente, si fanno pesantemente sentire. L’adozione di rotazioni, la non-lavorazione del terreno e l’adozione di cover-crops (colture di copertura), pilastri di un agricoltura conservativa, uniti alla gestione dei residui colturali e sottoprodotti dell’agro-industria, tenendo presente che il suolo è il maggior accumulatore di carbonio sulla nostra piccola terra (agricoltura rigenerativa) consentirebbero l’inversione di tendenza alla scomparsa della sostanza organica e la diminuzione degli input energetici, pesticidi compresi. Oggi l’80% circa dei terreni ha un contenuto di sostanza organica inferiore al 2%, ben lontano dalla soglia di 3.50% al di sopra della quale la biodiversità funzionale (cioè tutte le funzioni biologiche) del terreno può essere mantenuta. Non a caso il 2015 era l’anno mondiale del suolo per tutti i paesi dell’ONU e l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha giustamente richiamato la massima attenzione sul problema della scomparsa di biodiversità, intimamente legato alla perdita di sostanza organica, come causa ed effetto della perdita di suolo in Unione Europea. Questo quarto messaggio è rivolto agli operatori del settore: dal livello aziendale, piccolo o grande che sia, a quello gestionale regionale e nazionale.
(* PESTICIDI: ISPRA, INQUINATI DUE CAMPIONI DI ACQUA SU TRE; GLIFOSATO TRA LE SOSTANZE PIU' PRESENTI - 3529 - roma, (agra press) - "le acque superficiali 'ospitano' pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati", mentre "nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti", rende noto l'ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nell'edizione 2016 del rapporto nazionale pesticidi nelle acque, relativa al biennio 2013-2014, diffusa oggi. "il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili", sottolinea l'ispra, rendendo noto che tra le sostanze "che piu' spesso hanno determinato il superamento" di concentrazioni superiori ai limiti di qualita' ambientali ci sono sono il glifosato e il suo metabolita ampa. (ab) - 09:05:16/10:00
PESTICIDI: AGROFARMA, ECCESSIVA PIOVOSITA' INCIDE SU RILIEVI - roma, (agra press) - a seguito della pubblicazione del rapporto ispra sui pesticidi nelle acque, agrofarma fa notare che "l'importante piovosita' che ha caratterizzato il biennio 2013-2014 ha necessariamente comportato un incremento dei residui di agrofarmaci nelle acque rispetto al biennio precedente, che registrava condizioni climatiche piu' favorevoli". (ab) - 09:05:16/10:39
PESTICIDI: COLDIRETTI, UTILIZZO DIMEZZATO IN AGRICOLTURA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI - 3530 - roma, (agra press) - "l'agricoltura italiana e' diventata la piu' green d'europa con la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, pari allo 0,4%, quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea e di quasi 20 volte nel confronto con quella dei prodotti extracomunitari", sottolinea la coldiretti dopo la pubblicazione del rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell'ispra. la confederazione fa inoltre notare, sulla base di dati istat, che "nell'arco di dieci anni la quantita' di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo si e' praticamente dimezzata, con un calo complessivo di 76 mila tonnellate". "l'italia - aggiunge la coldiretti - conta ora quasi 50mila imprese biologiche, in pratica quasi una su cinque di quelle attive a livello comunitario ma una diffusione esponenziale hanno avuto anche metodi di lotta integrata e guidata a minor impatto ambientale". (ab) - 09:05:16/12:59)
Agricultural chemical pollution: health and environmental consequences
The reaction by Coldiretti and Agrofarma to the news (ISPRA 2016 report) on the state of pollution by pesticides of our rivers and soil, which was widely echoed by the national and regional press, was unseemly and off mark. Instead of finding excuses or diverting attention from the issue, we should try to interpret the facts and eventually put forward strategies to address the problem and communicate to the public at large not just the good-natured image of our “country system”, but the causes and possible solutions.
The first direct consequence of the state of pesticide pollution is the possible effect on our health. The second consequence is the clear indication that the pesticide authorization process needs to focus, even more than it has previously done, on the cumulative risk assessment. The third consequence is on the development and use of suitable technologies to minimize the risk of pesticides passing directly from the field to our tables.
The fourth consequence more generally regards soil condition. It was not by chance that 2015 was declared the International Year of Soils in all UN countries or that the European Agency for the Environment rightly called for maximum attention to be addressed to the problem of biodiversity loss. The latter is closely linked to the loss of organic matter, like the cause and effect of soil loss in the European Union.