Che all'Università si debba opportunamente discutere con gli studenti di tutto quanto riguarda i nostri tempi, è da considerare un obbligo assoluto, soprattutto se i fatti, i prodotti, i processi, finanche le mode, dovessero essere attinenti ai contenuti dei corsi di laurea. Ci pare quindi certamente giusto trattare adeguatamente l' agricoltura biodinamica, in particolare in tutti i corsi agrari, in modo da dare agli studenti una buona informazione circa i principi su cui si basa e le tecniche che la rendono operante. Da qui a formulare percorsi formativi ad hoc, corre molta strada e cercheremo di spiegare le nostre perplessità, tenendo bene a distinguere questa forma di agricoltura da quella biologica; quest'ultima, l'agricoltura biologica, si è ormai affermata con una vasta gamma di prodotti e con una consistente percentuale di consumatori che li preferiscono rispetto ai tradizionali.
L'agricoltura biodinamica si basa sull'uso di tecniche specifiche, così come l'agricoltura tradizionale e quella biologica? La risposta è certamente affermativa, ma per farne una valutazione attenta e precisa occorre entrare nel merito di questi mezzi tecnici.
I campi coltivati necessitano di apporto di sostanze nutritive? Certamente si, e l'agricoltura biodinamica non nega questo intervento tecnico, ma lo propone in modo assai peculiare: deve essere attuato con sostanze naturali preparate, talora, in modo singolare. Si consigliano infatti dei "preparati biodinamici" derivati dal letame, ma estremamente diluiti e usati sulle colture in concentrazioni molto ridotte; oppure si propongono derivati delle corna dei bovini, anch'esse usate, come il letame, per l'agricoltura tradizionale, ma, in quantità molto limitate da potersi definire omeopatiche; a molte persone scettiche, queste pratiche sembrano improntate all'esoterismo, quindi prive di oggettive basi scientifiche. Ovviamente non può essere biodinamica una coltivazione trattata con sostanze chimiche, siano esse antiparassitari o fertilizzanti o, tanto meno, diserbanti. Se le sostanze di sintesi, ora elencate, sono evitate frequentemente anche dalla coltivazione biologica, nella biodinamica la loro assenza deve essere totale, in quanto contrarie alla vita.
Non sorprende che il metodo di coltivazione biodinamico si sia ispirato ad un filosofo, Rudolf Steiner, vissuto in Austria tra la seconda metà dell' '800 e i primi del '900.
Uno degli obiettivi della "biodinamica" è quella di aumentare l'humus nel terreno; niente di più utile da un punto di vista agronomico, solo che anche questo obiettivo viene raggiunto con modalità del tutto peculiari: si usano piccole quantità di preparati derivati da compostaggio di specifiche piante, spesso erbe officinali, e macerate in contenitori di origine animale per non ridurre la "forza vitale". Alternativamente il contenuto di humus può essere incrementato con il "cornoletame", ottenuto riempiendo le corna dei bovini, opportunamente svuotati e riempiti con letame degli stessi animali, successivamente tenuti sotterrati per alcuni mesi.
Al concetto di energia vitale si associa quello di "forza cosmica" che prevede infatti il rispetto delle fasi lunari, principi non ignoti agli agricoltori, ma non validati da adeguata esperienza sperimentale generalizzabile.
L'agricoltura biodinamica è stata comunque sottoposta a confronti sperimentali, soprattutto per verificare la "genuinità" delle produzioni ottenute, ma, in complesso, le tecniche biodinamiche non risultano più adeguate delle tecniche agronomiche tradizionali o di quelle biotecnologiche ai fini dell'ottenimento di prodotti sani e di qualità. A meno che per qualità non si intenda una nozione basata su presupposti assiomatici e accettati aprioristicamente. Ci sembra doveroso segnalare che pensare di produrre alimenti di qualità e salubri, ad esempio pane, paste e prodotti da forno, con i concetti sopra riportati, è assolutamente pericoloso perché è universalmente noto che la probabilità di produrre alimenti carichi di micotossine cancerogene è molto alta.
In Italia l'agricoltura biodinamica si è diffusa, sin dagli trenta del secolo XX°, ed oggi, tramite la Demeter Associazione Italia, assicura la tutela del marchio che garantisce che i prodotti alimentari provengano da coltivazioni o allevamenti biodinamici. Alcune motivazioni degli agricoltori "biodinamici" possono essere relegate tra le idee personali circa la concezione del mondo e della vita; si possono non condividere, ma sono rispettabili. Ciò che ci sentiamo di respingere sono le tecniche proposte, certamente non basate su criteri scientifici e lontane dal rappresentare una alternativa al modo di conduzione dei campi e degli allevamenti, richiesti da una Società planetaria sempre più in necessità di cibo sano e quantitativamente sufficiente.
La formazione universitaria dei giovani interessati all'agricoltura, può giustamente prevedere una informazione su tutte le forme di coltivazione e di allevamento possibile, purché basate sulla scienza, la tecnica e l'economia.
Biodynamic agriculture and university education
It is an absolute must to properly discuss with university students everything about our times especially if the facts, products, processes, and even fashions have some bearing on university courses. Therefore, it certainly seems fair to discuss biodynamic agriculture fairly, especially in all the agricultural courses, so as to give students sound information on its basic principles and the techniques that make it work.
One of the objectives of biodynamics is to increase humus in the soil. There is nothing better from the agronomic point of view, even if this objective is reached in a very peculiar way: using small amounts of derivatives prepared by composting specific plants, mainly grasses, and macerated in animal containers to avoid reducing the “life-force power”. Alternatively, humus content can be increased using horn manure, in which a cattle horn is filled with manure and then buried for several months. The vital energy concept is associated with that of a “cosmic force” that respects phases of the moon, principles which are not unknown to farmers but which have not been validated by adequate generalizable experiments.
Nonetheless biodynamic agriculture has been subjected to experimental comparisons, especially to determine the "authenticity" of the resulting products. However, on the whole, biodynamic techniques are not more effective than traditional agronomic techniques or than biotechnological ones for the purposes of obtaining healthy and quality products.
We would like to reject the proposed techniques that certainly are not based on scientific criteria and are far from being an alternative method for managing fields and farms, required by a global community increasingly in need of healthy and quantitatively sufficient food.