Il riferimento per la “Determinazione dei consumi medi petroliferi impiegati in lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella selvicoltura e pescicoltura e nelle coltivazioni sotto serra ai fini dell’applicazione delle aliquote ridotte o dell’esenzione dell’accisa”, è rappresentato dal decreto del Ministero della Politiche agricole e forestali del 26 febbraio 2002. Tali consumi, espressi in litri ad ettaro, sono riferiti a specifiche colture e a singole operazioni e vengono pubblicati in tabelle che prendono il nome di “Tabelle ettaro/coltura”.
Nelle finanziarie degli ultimi anni, questi consumi medi standardizzati, sono stati ridotti con tagli lineari che, a livello delle singole Regioni, sono stati recepiti in diversa misura nelle rispettive “Tabelle regionali ettaro/coltura”. Per mettere ordine nella materia in modo da avere un comportamento univoco su tutto il territorio nazionale, nel 2015 il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha definito nuove tabelle (D.M. 17 novembre 2015). Sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2016, sono state pubblicate le nuove “Tabelle ministeriali ettaro/coltura”, che prevedono un taglio lineare del 23% rispetto a quelle del 2002. Si tratta di tabelle provvisorie, aventi lo scopo di fare chiarezza, in quanto sono già state inviate per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale altre tabelle senza la riduzione del 23%. Per la loro pubblicazione però, si paventano ritardi, per cui si teme che il taglio del 23% , già attuato nel 2015 sia pure in misura diversa tra le Regioni, permanga nel 2016
Le tabelle pubblicate in Gazzetta hanno suscitato la viva protesta dell’Associazione dei contoterzisti
(UNCAI) e delle altre Organizzazioni agricole, in quanto ritengono che tale riduzione costringerà i beneficiari ad acquistare alla pompa, senza i benefici di legge, la quota di gasolio decurtata, aggravando così i costi di produzione. UNCAI fa anche rilevare che in alcune Regioni e per certe operazioni il taglio ha anche raggiunto il 35-45%
In particolare l’accento viene posto su alcune operazioni importanti come, ad esempio, l’aratura, per la quale il consumo medio standardizzato ( per riso, mais, ecc) è fissato in 45 litri ad ettaro. In effetti tale consumo può essere ritenuto consono per arature superficiali su terreni ben strutturati, mentre è insufficiente per arature medio profonde. Infatti, nell’ipotesi di eseguire tale aratura con un trattore da 100 kW di potenza, a seconda delle condizioni dell’appezzamento e del terreno, il consumo medio orario di gasolio rilevato in specifiche prove è di 0,16-0,18 litri per kWh (kW ora). Ciò vuol dire che il consumo di gasolio per l’aratura sarà pari a 55 - 60 litri ad ettaro. Ovviamente ciò vale anche se il lavoro viene eseguito da trattori di maggiore potenza che impiegheranno meno tempo e anche da trattori di minore potenza che avranno bisogno di più tempo per portare a termine l’operazione. In definitiva un maggior consumo, rispetto al valore riportato in tabella, di 10 – 15 litri ad ettaro. Sono quindi giustificati i suddetti timori. Non resta che augurarci che la pubblicazione delle nuove tabelle già inviate in G.U. avvenga in tempi brevi.
Reduction in the agricultural diesel concession
The reference for “Determining average petroleum consumption used in agriculture, horticulture, animal breeding, forestry and fish-farming, and greenhouse cultivations for the purpose of reduced rates or of excise duty exemption” is represented by the Ministry of Agriculture and Forest Policies decree dated 26 February 2002. This consumption, expressed in liters per hectare, refers to specific crops and individual operations and has been published in tables called “Tabelle ettaro/coltura” or hectare/crop tables. The tables published in the Gazzetta have been protested by UNCAI, the agricultural subcontractors’ association, and other agricultural organizations, as they think this reduction will force the recipients to buy at the pump, without the legal benefits, the share of diesel fuel deducted, thus aggravating production costs. UNCAI also points out that there have been cuts of 35-45% in some regions and for some operations.