Nell'ultimo secolo, a causa dei cambiamenti climatici, dell'aumento demografico e dell'urbanizzazione, le aree coltivabili stanno diminuendo, mentre è noto che entro il 2040, per soddisfare la domanda di cibo e acqua, la produzione agricola dovrà aumentare del 70%. Oggi il 33% del territorio risulta da moderatamente ad altamente degradato a causa di erosione, compattazione, contaminazione , acidificazione e salinizzazione dei suoli, minacciando la capacità di soddisfare i bisogni delle future generazioni. E’opinione generalmente accettata che la contaminazione ambientale sia drammaticamente aumentata sin dalla rivoluzione industriale, e che il principale ricettore della contaminazione sia il suolo. In effetti, il suolo è la sorgente primaria di numerosi elementi e sostanze che gli esseri umani assumono con la dieta quotidiana, ed il 98% del cibo deriva direttamente o indirettamente dal suolo, seguendo il percorso della catena alimentare.
Particolarmente seria è la situazione dei cosiddetti suoli urbani, particolari ecosistemi dove si concentrano numerose attività antropiche. Questi suoli sono perciò sede di immagazzinamento ed accumulo di materiali antropogenici (prodotti chimici, vetri, plastiche, oli minerali) che rilasciano nell’ambiente elementi potenzialmente tossici in quantità tali da cambiare il loro livello naturale, talora anche di 10-100 volte. L’industria vetraria e gli impianti petrolchimici di Porto Marghera (VE), dagli anni ’50 fin quasi ad oggi sono stati responsabili della contaminazione chimica (As, Cd, Cr, Cu, Hg, Mn, Pb, Sb, Se, Zn, IPA, PCB, Diossina) della laguna di Venezia e della terraferma circostante, con vari casi di intossicazione di operai.
Analogamente, anche i “suoli agrari” presentano arricchimenti di sostanze potenzialmente tossiche, derivate dall’uso talora smodato di prodotti chimici (fertilizzanti, diserbanti, fitofarmaci, ammendanti) oltre che da sversamenti abusivi (ad esempio il cromo sversato dalle concerie sul suolo e nelle acque, fino a 10,000 mg kg -1 Cr) o da perdite occasionali, come la diossina rilasciata da ICMESA in Lombardia (1976), con circa 250 persone affette da dermatite e con rischio di severe malformazioni fetali.
Dal suolo, attraverso l’assorbimento da parte delle piante ed il successivo consumo da parte degli animali, queste sostanze possono entrare nella catena alimentare e quindi far parte della dieta umana, con serie conseguenze sulla salute, talora anche letali, come le note malattie di Minamata (Hg) e itai-itai (Cd), sviluppatesi in Giappone negli anni ’50 dello scorso secolo. Sono noti danni alla salute provocati da ingestione, inalazione, contatto con elementi tossici quali As, Cd, Cr, Cu, Hg, Pb, Zn, ma anche elementi meno noti da questo punto di vista, come di recente segnalato per Al, Be, Bi, Sn, Tl. In particolare il piombo, nel periodo 1927-1994, è stato una delle maggiori fonti di contaminazione ambientale, con 5.4 milioni di tonnellate di additivi usati per il traffico veicolare solo negli USA, ma è anche responsabile di gravi forme di intossicazione con l’uso domestico/culinario di ceramiche con vernici al piombo. I bambini sono particolarmente esposti alla contaminazione da Pb: il 50% dell’esposizione al piombo è assorbito, come dimostrano le analisi dei capelli di bambini che vivono in zone minerarie del Perù, determinando deficienze neurali permanenti, disordine dell’attenzione e dell’apprendimento.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che gli alimenti contaminati siano responsabili di oltre 200 malattie, dalle diarree infettive a diverse forme di cancro.
Il cibo non sicuro causa nel mondo malattie che colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone e rappresentano un grave pericolo per la salute umana, in particolare per i bambini e le persone che vivono in regioni a basso reddito, oltre che ingenti costi economici ed un onere per il servizio di salute pubblica. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) garantire la salubrità degli alimenti significa proteggere la salute di tutti, ma anche contribuire efficacemente alla prosperità economica e allo sviluppo della società.
Le vigenti norme di sicurezza alimentare garantiscono che microrganismi, parassiti, contaminanti e sostanze pericolose siano assenti da ciò che mangiamo o sotto la soglia di rischio. In Italia, recentemente, sono stati eseguiti dalle ASL 75.000 controlli sugli alimenti, relativi ai componenti chimici e microbiologici, per garantire che il cibo sia privo di rischi per la salute. I carabinieri dei Nas, nell'ambito della lotta a frodi, sofisticazioni e contraffazioni nel settore dell'alimentazione, hanno eseguito oltre 31.000 controlli, che hanno portato al sequestro di 24 mila tonnellate di alimenti e a sanzioni per un totale di 16 milioni di euro.
Come ricordato da Edoardo Costantini (GeorgofiliINFO del 21/12/2022) a proposito della nascente legge di bilancio (art.127: “Al fine di consentire la programmazione e il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano…”), nelle pieghe di tale legge si inseriscono certamene anche interventi volti alla decontaminazione dei suoli, in particolare per il recupero a verde di aree degradate dismesse, mediante tecniche ecologicamente “friendly” e relativamente poco costose (ad esempio tramite l’utilizzo di piante: phytoremediation: Marchiol, L., et al. (2004). Phytoextraction of heavy metals by canola (Brassica napus) and radish (Raphanus sativus) grown on multicontaminated soil. Environmental Pollution, 132, 21–27.).
In conclusione, sulla base delle considerazioni che precedono, è necessario che gli organi di stampa ed i mezzi di informazione avviino una campagna di sensibilizzazione sui rischi cui va incontro la popolazione utilizzando come orti o giardini suoli contaminati, e consumando prodotti di provenienza ignota o che abbiano avuto trattamenti con prodotti potenzialmente tossici. Numerosi infatti sono gli esempi, in tutto il mondo, di intossicazione alimentare per inalazione/ingestione/contatto con cibi contaminati (Montanarella, L. et al., Heavy metals in agricultural soils of the European Union with implications for food safety. Environment International, 2016, 88, 299–309. Vittori Antisari et al: Translocation of potential toxic elements from soil to black cabbage (Brassica oleracea L.) growing in an abandoned mining district area of the Apuan Alps (Tuscany, Italy). EGAH, 2019;.Vittori Antisari. (2022): risk assessment for heavy metals in community gardens of the city of Teresina, Brazil. .Acta Horticulture.
Maggiori informazioni si possono trovare nel volume “PHEs, Environment and Human Health” edito da Springer nel 2014 (a cura di C. Bini e J. Bech).