Negli ultimi dieci anni le esportazioni agricole statunitensi dirette verso la Cina hanno registrato una netta crescita, portando il Paese a occupare la sua attuale posizione, quale principale destinazione delle esportazioni USA di prodotti agroalimentari a più alto valore, come riportato il 20 novembre u.s. dall’Ufficio comunicazioni del Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti.
Diverse condizioni macroeconomiche evidenziano la possibilità di una crescita prolungata nel lungo periodo e di una ulteriore espansione commerciale in Cina: l’impennata della popolazione urbana, la crescita della classe media e l’aumento dei redditi disponibili hanno comportato maggiore capacità dei consumatori cinesi di diversificare il loro regime alimentare e di acquistare alimenti di fascia alta, ricchi di proteine. Più recentemente, il boom della domanda cinese di beni di lusso e di prodotti alimentari pronti ha creato nuove opportunità per gli Stati Uniti e in particolare per gli esportatori di prodotti intermedi, come oli edibili, grassi, farina, carne e dolcificanti, e di prodotti di consumo come alimenti lavorati, carni, prodotti lattiero caseari, uova, noci, vino, birra.
D’altra parte le esportazioni statunitensi sono limitate da politiche cinesi che promuovono l’autosufficienza agricola e proteggono le industrie locali. In Cina, la mancanza di trasparenza normativa, l’irregolarità dei processi di approvazione e di revisione dei prodotti e l’atipica distribuzione delle quote di importazione rappresentano tutti fattori che distorcono il commercio e creano incertezza per gli esportatori americani. Per far fronte alla crescente domanda di prodotti alimentari, la Cina sta infatti portando avanti diverse riforme economiche e normative, volte a sostenere l’efficienza della sua produzione agricola interna.
Da: World Trade USA, 23/11/2015, in Agrapress rassegna stampa estera n° 1141