“Gl’Insetti non sono nella Medicina d’uso così comune, come gl’altri Animali, perché i signori Medici non si sono presa tanta cura di ricercare a che possano essere giovevoli”. Così scriveva nella sua monumentale opera “Teologia degl’insetti, ovvero dimostrazione delle divine perfezioni in tutto ciò che riguarda gl’insetti” del 1751, tradotta dal tedesco in francese e dal francese in italiano il naturalista teologo tedesco Friedrich Christian Lesser che, in alcuni suoi lavori, cercò di combinare la storia naturale con la teologia. Nel capitolo VIII “Dell’utilità e dell’uso degl’Insetti nella Medicina”. del tomo secondo, riassunse le conoscenze scientifiche dell’epoca. I Vermi da seta . seccati e ridotti in polvere si pongono in cima alla testa nelle vertigini e convulsioni. I grilli vagliono a corroborare la vista, spremendone tutta la sostanza liquida, e facendola stillare negli occhi. Ammolliscono eziandio la glandule, usandoli a fregarnele. Le mosche comuni sono emollienti, astergenti, e fanno crescere i capelli, se schiacciate si applichino sulla parte calva. L’acqua che da esse distillasi, giova ai mali degli occhi. Per servirsene, si mescola con rosso d’uovo, e fassene empiastro, rimedio che da Galeno stesso vien commendato. Anch’essa fa crescere i capelli, toglie le macchie dalla pelle, e rende ai sordi l’udito. Una persona, in cui i migliori purganti non aveano prodotto il minimo effetto, mangiando quattro o cinque zanzare, trovossi purgata a meraviglia bene. Dicesi che le rosse sieno un potente rimedio contro il malcaduco. L’olio de’ moscerini è stato altre volte in gran pregio. Le vespe hanno la stessa facoltà delle scolopendre, val a dire che sono diuretiche, e sgombrano la renella. Chi fumerà colla pipa, a guisa di tabacco, un nido di vespe, rimarrà libero ben tosto dal dolore de’ denti. La cocciniglia provoca l’urina … La polvere di quest’insetto, insieme col zucchero, vale ancora contro la colica, la pietra, e la rosolia. S’impiegano i Cervi volanti per i dolori, e tensioni de’ nervi, e per la quartana, ridotti in polvere, facilitano il parto, e infusi nell’olio, sanano il dolor d’orecchia. La polvere dell’insetto, che chiamano mesci-sterco, sparsa sulle viscere di chi è aggravato da una rottura, le fa ritornare alla loro naturale situazione; posto a bollire nell’olio di semenza di lino, vale contro le emorroidi, e i dolori d’orecchie. Si bagna un poco di bambagia in quest’olio, e caldo si applica alla parte inferma. Gli scarafaggi sono quasi della natura delle cantaridi. Presi in polvere provocano le urine, guariscono i morsi de’ cani rabbiosi, e dissipano le reume. Alcuni applicano esteriormente il liquore di codest’insetto alle piaghe. Se ne pone ancor negli empiastri, i quali adopransi contro i carboni, o bubboni pestilenziali; si mescolano cogli antitodi. Infondendo quest’animali vivi nell’olio comune, se ne fa un liquore, di cui possiamo far uso, in vece dell’olio di scorpione. Rade volte si prendono per bocca le cantaridi; ma maggiore è ben l’uso loro esteriormente in forma di vescicatori. S’adoprano nelle dogli di testa, nell’emicrania, ne’ mali degli occhi, negli accecamenti cagionati dal mercurio, o altri rimedi, che fanno rientrar gli umori; nel sussurrar dell’orecchie s’applicano dietro l’orecchio in forma d’empiastro nella sordità proveniente da contusione esteriore; nel mal caduco; ne’ dolori de’ denti ec. Le cantaridi sono eziandio un buon rimedio ai dolori Ischiadici, applicandole alla polpa della gamba; vagliano nelle febbri intermittenti non meno che nelle maligne ma questo rimedio si vuole usar con prudenza”. Il fumo delle locuste giova contro la difficoltà dell’urina massime nelle femmine. Alcuni le appendono al collo delle quartane; sono in somma diuretiche, e cacciano la pietra, o mandandole intere, o prendendole spolverizzate. Le formiche riscaldano, disseccano, ed eccitano agli esercizi di Venere: il loro acido odore risveglia mirabilmente gli spiriti vitali. Le più grandi sono rimedio della tigna, rogna, lebbra ec. Per servirsene, conviene dissolverle con un poco di sale, e ungerne la parte infetta. Lo spirito estratto dalle formiche è eccellentissimo per tutti gli accidenti d’orecchie, come tintinnamento, sordità ec. apponendovi la bambagia bagnata in codesto spirito; fortifica tutti i sensi, richiama la memoria, rinnova le forze, e dà vigore nel coito. Dee preferirsi a tutte l’acque apoplettiche e corroboranti, sopra tutto per la guarigione de’ catarri soffocatori. esteriormente s’usa nelle contorsioni o storcimenti, nell’aploplessia nell’atrofie, o dimagrimenti particolari, cagionati dalle ferite, si mesce con acque convenevoli ai nervi, e con ispiriti artritici. Le uova delle formiche giovano a chi ha l’udito assai duro. La polvere delle api secche fa crescere i capelli, fregandone il sito, d’onde caderono. Il mele, mercé della sua balsamica virtù, è amico del petto, de’ polmoni e delle reni. La cera, applicata alle piaghe, le purifica, mitica il dolore, e le sana, e perciò s’adopra per lo più negli empiastri; mollifica i calli de’ piedi, e rende agevole lo sradicarli; al quale oggetto s’unisce alla trementina, in cui sia stata posta la tintura di verde grigio macinato, se ne fa un cerotto, e si adatta sul callo.