L’aumento della temperatura mantenuto entro 1,5 gradi centigradi. Questo il cuore dell’accordo raggiunto dalla ventunesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite.
Giampiero Maracchi, da climatologo, ritiene raggiungibile il tetto fissato?
“In termini tecnici è un limite ragionevole ma, se si prosegue sulla strada adottata finora, non sarà possibile raggiungerlo. Quella di Parigi è stata una kermesse di slogan e il risultato è un documento uguale ai 20 precedenti. Il 40% delle emissioni responsabili dell’effetto serra dipende dai trasporti, che sono legati alla globalizzazione. Di questo però non si è discusso. Si fa solo riferimento al concetto di sviluppo sostenibile, che non viene mai approfondito”.
Quale dovrebbe essere, allora, la strategia da adottare?
“La soluzione al problema deve essere ricercata nel contesto di un mondo in crisi profonda, anche economica e politica. A Parigi si sono incontrati i Capi di Stato, sarebbe stato più utile se lo avessero fatto i presidenti delle multinazionali. Esclusa l’Italia, dove è rimasto pressoché costante, dal 1980 al 2015 il consumo del petrolio nel mondo è raddoppiato e dove aumenta il consumo aumentano le emissioni. E’ grave il vuoto della politica. A governare il mondo è l’economia”.
Cosa dovrebbe fare la politica?
“Occorre cambiare il modello di sviluppo. Quello attuale non è più funzionale. Si pensi a cosa accadrebbe in città come Shangai, con milioni di abitanti, se mancasse l’acqua per tre giorni: sarebbe peggio di una guerra. Il documento introduce riunioni periodiche per verificare il rispetto dei limiti fissati e affida a ogni paese la responsabilità della propria situazione. Sostanzialmente, rimanda”.
Sono previsti monitoraggi e controlli. Non bastano?
“Non sono stati sufficienti finora, perché dovrebbero diventarlo adesso? Finché le grandi compagnie petrolifere non si convinceranno che è loro interesse investire nelle energie rinnovabili, i problemi non si risolveranno”.
Se quel tetto non sarà mantenuto, cosa succederà dal punto di vista climatico?
“Aumenteranno i fenomeni estremi già visti, come le piogge intense. L’unica nota positiva è che l’Europa è abbastanza virtuosa, siamo già al 18% di energie rinnovabili. Gli americani però non stanno lavorando così e non lo stanno facendo neppure i Paesi emergenti”.
Cosa ci riservano i prossimi mesi?
“A metà gennaio mi aspetto freddo e nevicate intense. Il trend sarà il medesimo di tutti gli anni. Ogni anno è più caldo dei precedenti, nella media planetaria. Più emissioni ci sono, più la terra si riscalda. Il fatto che percepiamo freddo non significa che non ci sia il riscaldamento del pianeta: è l’effetto estremo a misurarlo.”
Questo è stato un anno particolarmente caldo in Italia …
“Nell’ultimo ventennio un anno su tre ha visto scarsissime piogge e questo è uno di quelli. Nei mesi estivi, ciò ha portato problemi in città e alle colture. Potrebbero verificarsi anche questa estate”.
“Only a slogan, the real problem of transport has not been discussed”
We report here Valeria Arnaldi’s interview with Giampiero Maracchi, president of the Georgofili Academy, published in “Il Messaggero” on Sunday 13 December 2015
A temperature increase kept within 1.5 centigrade degrees is the heart of the agreement reached at the United Nations 21st conference on climate.
Does Giampiero Maracchi the climatologist think that the ceiling established is attainable?
“In technical terms, it is a reasonable limit but, if we continue along the path taken so far, it will not be possible to reach it. Paris was a festival of slogans with the result being a document exactly the same as the 20 preceding ones. 40% of greenhouse gas emissions depend on transport, which are linked to globalization. This, however, was not discussed. They only refer to the concept of sustainable development, something which is never studied in depth”.
What strategy should then be adopted?
“The solution to the problem must be sought in the context of a world in a profound crisis, also economically and politically. Heads of state met in Paris, however, it would have been more useful if the presidents of multinationals had met. With the exception of Italy, whose consumption has remained nearly constant, world oil consumption has doubled between 1980 and 2015, and where consumption increases, so too do emissions. There is a serious political vacuum. It is economics that rules the world”.