La Cina è oggi il paese con il maggior numero di abitanti ma, secondo le previsioni delle Nazioni Unite, nel 2027 sarà l’India il paese con il maggior numero di abitanti, e tutti dovranno alimentarsi. Il latte è il primo alimento da prendere in considerazione in questo senso, sia sotto forma liquida che sotto forma di prodotti derivati, perché gran parte della popolazione dei paesi emergenti, circa un terzo, sarà costituita da bambini e adolescenti sotto i 14 anni. Al momento attuale il consumo di latte pro capite in India è di circa 430 g al giorno, già superiore a quello medio mondiale di 305 g al giorno.
L’agenzia statunitense “Global Agricultural Information Network” riporta che le previsioni di New Delhi per il solo 2023 indicano già un aumento del 2% di latte prodotto, ammesso che le condizioni meteorologiche dei monsoni di giugno-settembre rientrino nella normalità. Secondo la stessa agenzia, la grandissima parte, circa il 95%, degli allevamenti delle vacche da latte è concentrata in pochi stati e conta un esiguo numero di capi: da uno a cinque. La metà del latte prodotto viene consumato in loco e l’altra metà commercializzata per il tramite di cooperative e privati. Circa la metà del latte prodotto in India è di bufala e può essere commercializzato mescolato al latte vaccino, pur avendo caratteristiche molto diverse, a cominciare dalla percentuale di grasso, che è doppia rispetto a quella del latte di vacca.
L’India è attualmente un modesto importatore di latte in polvere, siero di latte, lattoalbumina, lattosio, burro e formaggi, per circa 1,4 milioni di dollari l’anno. I paesi fornitori sono Stati Uniti, Francia, Thailandia, Singapore, Nuova Zelanda ed Olanda. Il nostro paese non figura. Non sanno quello che perdono.
Una curiosità: per motivi religiosi e culturali locali, tutti i prodotti lattiero-caseari importati devono provenire da animali che non siano mai stati alimentati con ingredienti alimentari preparati a partire da organi interni, farina di sangue o tessuti di altri ruminanti. Addirittura, dal novembre di quest’anno 2022, tutti i latticini importati devono essere accompagnati da un certificato sanitario nel quale il paese esportatore garantisce il rispetto di questa clausola.
Il governo indiano, attraverso il suo “National Action Plan for Dairy Development”, prevede di aumentare la produzione nazionale di latte del 50% entro il 2024, ovvero praticamente l’anno prossimo!
Tutto questo per farci riflettere, fra le altre cose, sul futuro del nostro pianeta, ovvero sul nostro futuro. La popolazione mondiale aumenta e non la possiamo fermare. Tutti hanno diritto al cibo per la sopravvivenza, cibo che dovrà essere prodotto, di conseguenza, in maggiore quantità e migliore qualità, perché sia sufficiente per tutti. Per il consumo umano, più che puntare sulle produzioni vegetali, dovremo fare affidamento, anche e soprattutto, sulle produzioni dei nostri amici ruminanti che trasformano in proteine nobili e in calorie alimentari le proteine meno nobili e la fibra dei vegetali pascolabili, per noi praticamente non utilizzabili.
Purtroppo, i nostri amici ruminanti hanno la cattiva abitudine di emettere flatulenze ricche di anidride carbonica e, soprattutto, metano, come conseguenza della loro complessa digestione. Ovvero, pericolosi gas serra. Tanto che alcuni pensano di eliminare il più possibile i ruminanti, anche selvatici, dalla faccia della terra per salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Si mettano l’animo in pace: un mondo senza i ruminanti domestici vedrebbe in poco tempo l’estinzione per fame della specie homo sapiens.