L'Esposizione Universale è una manifestazione internazionale di alto livello culturale che si ripete periodicamente alternandosi in vari paesi fin dal 1861. Fino ad ora sono stati sottolineati aspetti di progresso industriale mentre l'edizione italiana testè terminata è stata indirizzata sull'agricoltura. Che non tutti siano d'accordo è più che logico, ma non vorremmo che le critiche siano state indirizzate da una generale superficialità nel considerare l'argomento trattato. Valgono a questo proposito anche aneddoti e casi ricorrenti.
L'accompagnatore di una comitiva di famiglie nella visita ad una azienda agraria, giunto alla stalla, avvisò che in quella azienda gli animali non si uccidevano mai e che le mucche si tenevano solo per il latte. Al che un nonnetto sbottò: "E dei vitelli che ve ne fate?" Venne la glaciale risposta: "Cosa c'entra il latte con i vitelli?" Al che il povero vecchino venne subito rimproverato e zittito da tutti i presenti.
Cose analoghe avvengono nella dimostrazione ai bambini dei fenomeni della natura. Chi accompagna una scolaresca in una escursione in bosco, in presenza di un gruppo di giovani piante nate da seme e ancora assai folte, dirà immancabilmente che le piantine devono stare così fitte perché si proteggono l'una con l'altra; ben ci si guarda dall'entrare in un discorso darwiniano di risorse limitate e di conseguente progressiva mortalità per concorrenza e selezione.
Bisogna riconoscere che il contatto dei bambini con l'agricoltura o con il bosco comporta indubbie difficoltà nel dovere illustrare fatti che si ricollegano alla durezza della vita e tutto si dice pur di non rimandare le giovani menti avvolte in pessimisti pensieri leopardiani e schopenaueriani.
Il contrario succede quando si vuole muovere il popolo al biasimo e alla contestazione come, appunto, è successo in margine all'EXPO quando l'evento è stato condannato come un episodio di trionfalismo utile solo alle multinazionali che spargono la fame nel Mondo e che avvelenano i popoli con gli ogm.
Un aspetto diverso e più generale è quello di chi cerca di far parlare di sé gettando periodici ingiustificati allarmi sulla nocività di questo quell'alimento.
Le distorsioni della verità a scopo educativo o a scopo politico sono ricorrenti nella storia. Non è facile rimediare, ma neanche si può stare zitti.
Nella ricerca dell'equilibrio conforta la messa a punto offerta da Giulia Bartalozzi & Matteo Bernardelli nel libro "A..... COME AGRICOLTURA: DAL NEOLITICO ALL'EXPO 2015" di 200 pagine, pubblicato dall'Editoriale Sometti di Mantova (Telefono 0376.322430). Prezzo 15 euro. Ci si rivolge ai ragazzi, ma anche un adulto o addirittura uno del mestiere può trovare un utile pro-memoria per le tante forme che hanno l'agricoltura e dei suoi prodotti.
Molto spazio è dedicato ai prodotti. Questo è importante se si pensa che noi italiani siamo abituati a vedere gli scaffali dei supermercati sempre pieni e continuamente riempiti e poco ci interessiamo dell'origine di tanta grazia di Dio tanto da cascare facilmente vittime dei già citati allarmismi. Bartalozzi e Bernardelli non cedono mai a sdolcinatezze da Arcadia e allo stesso modo evitano vittimismi, polemiche, accuse e piagnistei. Dicono solo di fatti e di cose. Questa assenza di toni propagandistici quanto mai opportuna perché l'informazione va posta in primo piano mentre, oggi, di propaganda se ne fa troppa.
After EXPO. Optimism, pessimism and reality
A world’s fair is a high-level international cultural event that has occurred periodically in various countries since 1861. Up to now, aspects of industrial progress have been highlighted while the recently concluded Italian Expo was directed at agriculture. The fact that not everybody was in agreement can be understood, but we hope the criticism was not directed by a general superficiality regarding the topic. Periodical cases and anecdotes also apply in this regard.