(...) La tanto celebrata “Carta di Milano” - recapitata all’Onu con un’infinità di firme di consenso - altro non è se non un catalogo di buoni propositi, tanto ricco di astratta retorica quanto povero di soluzioni strumentali. Un testo ampolloso, insomma, che sembra concepito per volare talmente alto sulla realtà delle produzioni alimentari da non sfiorarla neppure. Utile forse per fare un’effimera bella figura mediatica, ma niente di più.
(...)
Il ministro Martina ha un curriculum politico di navigatore accorto: non è pensabile che non sia consapevole della contraddizione patente fra le sue scelte e la realtà dei dati di fatto. Viene perciò da chiedersi se le sue decisioni in materia non siano pesantemente condizionate da qualche lobby di settore che egli non trova forza e coraggio di affrontare. Al riguardo solleva più di un’ombra il grande entusiasmo col quale il no agli Ogm è stato salutato dalla Coltivatori Diretti, da sempre legata a quella rete dei Consorzi agrari che tuttora gode di una posizione importante sul mercato domestico delle sementi. Sarebbe davvero miserevole scoprire un giorno che le rottamazioni promesse dal governo Renzi si sono fermate dinanzi a un blocco di potere che ha già causato guai indicibili all’agricoltura italiana.
Tratto da: Olioofficina.it del 20/10/2015 (post di Massimo Riva sul settimanale L'Espresso, dal titolo "A chi fa comodo il divieto agli OGM")