La "Shindo Trap", trappola vibrazionale contro la cimice asiatica prodotto nell’ambito di una ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach, è stata recentemente insignita a Basilea del Premio Bernard Blum per le migliori innovazioni del 2022. Ne parliamo con il Prof. Mario Pezzotti, georgofilo, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione.
Professore, per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030, l’Unione europea ha richiesto all’agricoltura diversi traguardi tra i quali la riduzione del 50% dell’uso di prodotti fitosanitari entro il 2030. Sulla base della proposta di Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, la percentuale di riduzione per l’Italia è addirittura del 62%, una percentuale tra le più alte a livello europeo. In questo contesto si inserisce la vostra innovazione. Come funziona?
La trappola vibrazionale è una novità assoluta nel campo della difesa dalle specie di insetti dannosi all’agricoltura in quanto primo prodotto a livello mondiale che si basa sui principi della biotremologia. Questa nuova scienza studia la comunicazione vibrazionale degli insetti e, al pari della chimica ecologica, va alla ricerca di soluzioni che interferiscano con la comunicazione intraspecifica delle specie target. Nel caso della trappola vibrazionale, la Fondazione Mach ha sviluppato, all’interno della piattaforma di biotremologia coordinata dal Dr. Valerio Mazzoni, un segnale vibrazionale sessuale di richiamo per la cimice asiatica. Si tratta di un principio fisico e non chimico, che quindi non ha alcun impatto ambientale. Ci tengo a sottolineare che il laboratorio di biotremologia è unico nel suo genere in Italia e in Europa, tant’è che è preso da modello da molte altre istituzioni scientifiche anche extraeuropee. Tornando alla trappola, accoppiando la vibrazione sessuale al feromone di aggregazione è stata realizzata una soluzione a zero impatto anche perché altamente selettiva nei confronti della famigerata cimice asiatica. In pratica, il feromone attira la cimice nei dintorni della trappola e poi è la vibrazione ad attirarla dentro e permetterne la cattura. Ciò migliora sensibilmente l’efficacia della trappola.
Quali altri strategie di biocontrollo sono già pronte, o quasi, per essere utilizzate dai nostri agricoltori contro le specie dannose?
Sempre dalla biotremologia ci sono interessanti novità in fase avanzata di ricerca e quasi pronte per il mercato quali, ad esempio, il sistema di confusione sessuale vibrazionale. In questo caso si tratta di dispositivi che, assicurati ai pali di sostegno del vigneto, emettono vibrazioni di disturbo che “mascherano” le vibrazioni sessuali di insetti quali le cicaline della vite, impedendone di fatto l’accoppiamento e quindi la proliferazione. A San Michele all’Adige, dove opera la Fondazione Edmund Mach, è attivo già dal 2017 il primo vigneto sperimentale gestito con la confusione sessuale vibrazionale. Altri vigneti sono già in funzione, di cui uno in Piemonte, ed altri ancora saranno allestiti dal 2023. Un’altra soluzione interessante riguarda invece la serricoltura dove assistiamo a risultati molto incoraggianti con la trasmissione di vibrazioni di disturbo, ma stavolta applicate contro gli aleurodidi, le cosiddette mosche bianche. Anche in questo caso la ricerca ha raggiunto uno stadio piuttosto avanzato, pur tuttavia necessitando ancora di ulteriori sperimentazioni prima di essere disponibile per gli agricoltori. Altre novità che saranno rese pubbliche a breve riguarderanno, infine, il biocontrollo con parassitoidi di Drosophila suzukii e con microrganismi per la lotta a Plasmopara viticola, la Peronospora della vite.
Com'è l'iter burocratico per l'approvazione di prodotti per il biocontrollo?
Purtroppo, l’iter di approvazione di prodotti per il biocontrollo non è sufficientemente rapido per venire incontro agli obiettivi posti dalle strategie europee “Green Deal” e “Farm to Fork” che prevedono, tra l’altro, il raggiungimento del 25% di terreni agricoli a conduzione biologica entro il 2030. Nella legislazione vigente (regolamento 1107/2009 e Direttiva (EC) 2009/128) manca una chiara definizione di “biocontrollo”, di “basso rischio” ma soprattutto di come i prodotti per il biocontrollo, inclusi i microrganismi, debbano essere autorizzati per differenziarli dall’iter riservato agli altri prodotti per la difesa. Sarebbe fondamentale dare una priorità ai prodotti e alle strategie di biocontrollo, ma in mancanza di una legislazione dedicata, le autorità nazionali degli stati membri della UE applicano le procedure valide per i prodotti chimici. Queste autorità, infatti, sono tuttora specializzate nella valutazione dei prodotti chimici ma non in quelli biologici. Ciò determina gravi ritardi e numeri insufficienti di autorizzazioni di prodotti del biocontrollo per il mercato UE. Recentemente la UE ha apportato delle modifiche al regolamento 1107/2009 in merito all’approvazione di sostanze attive per il biocontrollo a base di microrganismi; tuttavia, occorrerebbe agire in modo più deciso sul processo di autorizzazione di tutti gli agenti di biocontrollo per assicurare tempistiche più rapide e realizzare la transizione ecologica nei tempi previsti. A questo riguardo, appare molto interessante il regolamento proposto nel giugno 2022 dalla Commissione Europea sull’ “Uso di Prodotti per la Protezione delle Piante” che ha il potenziale di permettere un passo in avanti su questa tematica ma che deve ancora essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio Europei.
E da un punto di vista della mentalità degli agricoltori pensa che ci sia apertura verso le nuove tecnologie? Come viene realizzata e a che punto è la formazione in campo per l'utilizzo dei nuovi mezzi?
Per quanto riguarda gli agricoltori, abbiamo ricevuto numerose richieste di informazioni ma anche di adesione alle nostre sperimentazioni, da tutta Italia, con l’offerta di mettere a disposizione interi vigneti, ad esempio, per le prove di confusione sessuale vibrazionale. Questo interesse, soprattutto da parte dei giovani agricoltori, testimonia grande apertura mentale e consapevolezza dell’importanza del loro ruolo per la sostenibilità ambientale e la salute pubblica. Sempre più agricoltori adottano mezzi di biocontrollo, sia contro gli insetti, sia contro i patogeni delle colture spesso con ottimi risultati. Parlando del Trentino, la formazione degli agricoltori è un cardine ormai da diversi anni e che sta dando importanti frutti. Inoltre, hanno un ruolo cruciale le cooperative e associazioni a cui gli agricoltori aderiscono nonché il servizio tecnico che funge da intermediario tra ricerca e applicazione. Ci sono poi servizi su web e smartphone che favoriscono la comunicazione efficace. Un esempio per tutti è il servizio meteo come quello offerto dalla Fondazione Mach che serve a guidare le scelte in merito a molte delle principali pratiche colturali. Insomma, rispetto a 30 o 40 anni fa si tratta di un mondo completamente nuovo in cui gli agricoltori hanno una maggiore consapevolezza e preparazione di fronte alle sfide che si presentano all’orizzonte.