“Se pensi all’anno prossimo, semina il granoturco. Se pensi ai prossimi 10 anni, pianta un albero. Se pensi ai prossimi 100 anni, istruisci le persone”. (Zygmunt Baumant)
“La gente può godere della foresta attraverso tutti e cinque i sensi: la fragranza della vegetazione, il verde colore delle piante, il mormorio dei torrenti tra il canto degli uccelli, mangiando i cibi del bosco, toccando gli alberi”. (Qing Li)
La difesa dell’ambiente rappresenta la questione fondamentale dell’epoca che stiamo vivendo, quella che deciderà se c’è ancora posto per l’uomo su questo pianeta. I continui attacchi all’integrità dell’equilibrio naturale, alla complessa interazione tra specie diverse di piante e animali, appaiono come minacce intollerabili per il futuro nostro e per quello di tutti gli altri esseri della Terra. Così nei prossimi anni la protezione della natura tutta diverrà di importanza assoluta per la sopravvivenza del sistema biologico a cui siamo indissolubilmente legati.
Purtroppo, in questo travagliatissimo 2022, (e anche il 2020 e il 2021 sono stati anni terribili, per la pandemia) si riaffaccia lo spettro di una guerra globale, quella evenienza agghiacciante che credevamo di esserci lasciati alle spalle per sempre. Sembra di vivere in un incubo o in un film di fantascienza, invece è tutto vero. La nostra battaglia quotidiana, tutti i nostri istinti bellicosi, non li dovremmo mettere in atto contro altri esseri umani, c’è piuttosto da sconfiggere il cambiamento climatico, l’inquinamento, la perdita della biodiversità. Tutto quel che accompagna il mondo naturale è assolutamente prezioso, e, anche se sembrerebbe il contrario, si manifesta in particolar modo negli ecosistemi urbani, sempre più affollati, laddove lo spazio a disposizione per la vita è drammaticamente ridotto; anche negli agglomerati di città qualsiasi forma di esistenza va salvaguardata, gli uccelli, i piccoli mammiferi, i microrganismi nel terreno e sulle piante, il verde in generale, alberi e tutto il resto, ogni cosa va protetta e custodita come un fiore prezioso, perché ogni parte dell’insieme ha una funzione indispensabile. Basti pensare che chi vive accanto al verde, anche solo quello di un buon parco, si ritrova a godere in generale di miglior salute, e persino ad avere una flora intestinale più efficiente. Agli attacchi che vengono portati ogni giorno contro la Natura, alla cementificazione selvaggia, dobbiamo ribattere colpo su colpo, strada per strada, con la resistenza verde e pacifica, nelle metropoli, all’interno dei paesi, dove possedere un patrimonio botanico è ancora più utile e più necessario che fuori porta. Se ormai è diventato comune parlare di oro verde, una ragione ci sarà. La ricerca della salute globale deve diventare il nostro mantra, la ricostruzione dello stato di benessere per il Pianeta, all’interno e all’esterno delle urbes, un qualcosa che poi verrà restituito all’uomo e a tutte le specie viventi.
Fra i temi trattati: il fabbisogno minimo per un’esistenza umana dignitosa, la difesa della biodiversità, le specie meno comuni di alberi diffuse nell’ambiente urbano, la fascinazione delle piante, i metodi di guarigione degli alberi, le città sostenibili nel mondo, la diversità degli alberi, gli animali di città, come si cresce un gigante verde, quanto guadagno economico porta un albero alla comunità, e tante ricette del vivere con ingredienti arborei. Un volume mosso da metodica passione e ricco di informazioni utili, da godere riga per riga per ritrovarsi un po’ cambiati già alla fine della lettura.
Alberi e gente nuova per il Pianeta di Francesco Ferrini e Ludovico Del Vecchio (Elliot, 2022)