Il 16 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione per ricordare l'anniversario della data di fondazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), istituita a Québec il 16 ottobre 1945, quando 44 Paesi hanno sottoscritto il loro impegno nella lotta contro la fame. All’epoca, il mondo si ritrovò tra devastazioni e scarsità di cibo dopo la Seconda Guerra Mondiale. In più, tanti uomini che lavoravano la terra erano morti in guerra e quindi mancavano letteralmente le braccia per l’agricoltura. L’ obiettivo primario che si diede la FAO fu quello raggiungere un livello di nutrizione quantitativamente e qualitativamente adeguato a livello mondiale, negoziando accordi e promuovendo dibattiti.
Il tema scelto dalla FAO per il 2022 è stato: "non lasciare NESSUNO indietro". Il comunicato della FAO ha sottolineato come "il 2022 ci trova ancora alle prese con la pandemia del COVID-19, conflitti, un clima sempre più caldo, prezzi in ascesa, disuguaglianze e tensioni internazionali. Tutto ciò ha ripercussioni sulla sicurezza alimentare globale. È necessario costruire un mondo sostenibile in cui tutti, in tutti i paesi del mondo, abbiano accesso regolare a quantità sufficienti di alimenti nutrienti. Nessuno può essere lasciato indietro."
In sostanza, dopo oltre 75 anni dalla fondazione della FAO, il mondo deve ancora sconfiggere l’insicurezza alimentare: in base ad un rapporto delle Nazioni Unite, sono state 828 milioni le persone sottonutrite nel 2021. L’emergenza alimentare è aggravata dalla crisi climatica ed energetica, in un circolo vizioso dal quale sembra quasi impossibile uscire.
Il direttore generale della FAO, Qu Dogyyu, è intervenuto con un discorso nel quale ha sottolineato come gli investimenti in agricoltura possano essere una risposta umanitaria al problema: “Vediamo di intraprendere azioni di emergenza, sia a breve che a lungo termine, per garantire la disponibilità continua di cibo e la sua accessibilità attraverso iniziative e task force di risposta alle crisi, oltre ad azioni per garantire che la fornitura di cibo, mangimi, fertilizzanti, carburante e olio vegetale, tra gli altri, sia mantenuta operativa e funzionante senza intoppi”. Ha inoltre esortato i Paesi più ricchi a lavorare sinergicamente in tale direzione, sostenendo i anche i piccoli agricoltori: “Se siamo veramente impegnati a garantire che nessuno venga lasciato indietro, dobbiamo trasformare i nostri attuali sistemi agroalimentari per fornire pari opportunità a tutti i produttori e aiutare i piccoli agricoltori ad accedere a nuovi mercati. Dobbiamo investire nella trasformazione rurale. E nelle infrastrutture, nella formazione, negli incentivi, nei dati, nell'innovazione e nella tecnologia. I governi dovrebbero integrare l'impegno a non lasciare indietro nessuno nelle loro strategie nazionali, consentendo politiche, budget, servizi e partnership. E abbiamo bisogno di maggiori investimenti in agricoltura. L'agricoltura è uno dei nessi umanitari-sviluppo-pace più convenienti!”.
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato per l’occasione una dichiarazione in cui ha ribadito l’impegno dell’Italia ad essere “in prima linea, a livello globale e nell’area del Mediterraneo, per cercare soluzioni adeguate alle crisi dell’oggi e per affrontare obiettivi di lungo termine. Occorre lavorare per renderei sistemi alimentari più resilienti e sostenibili e soltanto un multilateralismo efficace ci consentirà di raggiungere un traguardo così complesso e ambizioso”.
Tra l’altro, come è stato sottolineato da più associazioni di agricoltori, in Italia per effetto dell’inflazione più di metà dei consumatori è ormai stata costretta a tagliare la propria spesa, con effetti negativi sull’intera filiera agroalimentare e sulla stessa salute. Da qui la necessità di riflettere anche sull’importanza di garantire cibo sano a prezzi accessibili.