Mangeremo insetti o animali alimentati con insetti? Molto se ne è parlato e se ne parla, ma diversi aspetti sono poco considerati come la nutrizione degli insetti in allevamenti industriali, l’impatto ambientale di questi allevamenti e non ultimo i virus dei quali questi animali sono portatori. Argomenti importanti perché gli insetti sono ciò che mangiano, prima di usarli in alimentazione bisogna essere sicuri che siano allevati e alimentati con matrici non a rischio. Per questo sono necessarie normative per garantire la loro sicurezza partendo dai materiali organici usati nel loro allevamento stabilendo quindi limiti per quanto riguarda contaminazioni microbiologiche, metalli pesanti, micotossine, pesticidi ed altri residui indesiderati (Ballarini G. – Insetticoltura, nuova zootecnia – Georgofili INFO 3 febbraio 2021- ).
Gli insetti possono avere un ruolo significativo nella alimentazione umana e degli animali solo se allevati in grandi quantità, quindi in allevamenti industriali. Non è questa una novità e la bachicoltura dei bachi da seta (Bombyx mori) e l’apicoltura delle api (Apis mellifera) ne sono un antico esempio. Non bisogna dimenticare che proprio nel baco da seta allevato intensivamente Agostino Bassi (1773 – 1856) nel 1835 dimostra che il Mal del Calcino che devasta gli allevamenti è causato dal fungo deuteromicete Botrytis (o Beauveria) bassiana, così chiamato in suo onore, in questo precedendo le scoperte di Louis Pasteur (1822 – 1825) sulle malattie infettive degli animali e dell’uomo. È inoltre noto che nell’allevamento delle api di cui abbiamo una lunga e approfondita esperienza, questi insetti si nutrono di polline che può contaminare il miele rendendolo inidoneo all’alimentazione umana per la presenza di diversi microrganismi tra i quali il Clostridium botulinum, cagione del botulismo alimentare infantile, tossine e molecole psicoattive come quelle Rhododendron ponticum e Rhododendron luteum e della Erythroxylum coca causa mieli tossici e psicoattivi, senza dimenticare il rischio della presenza di pesticidi. Gli insetti non sono quindi efficienti “filtri” di popolazioni microbiologiche e molecole dannose per l’uomo e presenti in quanto loro mangiano. Se vogliamo allevare insetti, in particolare le loro larve come alimento per l’uomo e gli animali produttori di alimenti, è necessario allevarli usando matrici alimentari sicure, allo stesso modo di qualsiasi animale da reddito, con vegetali sani, come farina di cereali e farina di leguminose, non usando quindi materiali di scarto e sottoprodotti organici di riciclaggio alimentare incontrollato, se non selvaggio. Una condizione che indubbiamente riduce la competitività di produzione di proteine da insetti rispetto a quelle ottenute da altri animali e, in futuro, da sintesi biotecnologiche.
Un aspetto poco considerato è l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi di insetti. È vero che gli insetti emettono molti meno gas serra (anidride carbonica e metano) e che la Life cycle assessment, che valuta l'impatto ambientale associato a tutti gli stadi di vita di un prodotto, per gli insetti commestibili è inferiore a quella delle proteine ottenute da allevamenti di animali tradizionali, ma le larve per svilupparsi ed evolversi devono essere mantenute in ambienti riscaldati a circa 28 gradi Centigradi. Inoltre i materiali derivanti dagli allevamenti, prima di essere utilizzati, devono essere sterilizzati. L'energia necessaria per produrre calore di riscaldamento e sanificazione dei residui di allevamento ha un’origine diversa e un'impronta di carbonio più o meno alta in base al paese produttore. Ad esempio gli alimenti d’origine larvale provenienti da allevamenti della Cina probabilmente riscaldati a carbone hanno un'impronta di carbonio superiore a quelle di allevamenti riscaldati con energie rinnovabili.
I rischi associati all'uso di insetti nella produzione di alimenti e ingredienti alimentari non sono ancora sufficientemente studiati e vi è una mancanza di conoscenze scientifiche sull’allevamento industriale degli insetti per garantire la loro bio-sicurezza (Oliver Schlüter, Birgit Rumpold, Thomas Holzhauser et alii - Safety aspects of the production of foods and food ingredients from insects – Mol. Nutr. Food Res. – 61, (6) Jun 2017). In questa prospettiva un ruolo particolare hanno oggi le infezioni virali. Attualmente dodici sono le specie di insetti segnalate dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per un utilizzo alimentare nell'Unione Europea e un nuovo e inesplorato aspetto non riguarda tanto degli alimenti ottenuti, quanto la biosicurezza dei loro allevamenti industriali. Gli insetti non sono solo vettori di infezioni virali pericolose per l’uomo, ma costituiscono il più grande gruppo di animali sulla terra in termini di biodiversità di virus loro specifici capaci di infettare e causare malattia e portare alla morte in breve tempo intere colonie di insetti allevati e non è neppure da sottovalutare la capacità di trasmissione dei virus all'uomo e ad altri animali. Una revisione sistematica della letteratura scientifica sui virus delle specie di insetti di interesse per la nutrizione umana (coleotteri, ditteri, lepidotteri e ortotteri) permette di individuare più di settanta specie di virus, appartenenti a ventidue famiglie diverse (Michela Bertola, Franco Mutinelli - A Systematic Review on Viruses in Mass-Reared Edible Insect Species - Viruses 13, (11), 2280, 2021). Se la situazione per ora sembra essere rassicurante per il rischio di trasmissione all'uomo di virus tramite gli alimenti prodotti da insetti, tutto da stabilire è il rischio di infezioni in allevamenti industriali di insetti, considerando che le loro larve sono allevate a temperature che si avvicinano ai trenta gradi, vicini a quella dei mammiferi e dell’uomo, e che gli affollamenti di animali in allevamenti industriali favoriscono le variazioni virali e gli spillover, salto di specie per cui un virus evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi anche alla specie umana.