Il Massachusetts Institute of Technology ha inserito i droni agricoli al primo posto fra le dieci pietre miliari dell’innovazione (le altre sono: la mappatura raffinata del cervello, gli smartphone che prediligono i nuovi concetti di ultraprivacy, i chip neuromorfici, l’editing del genoma, Oculus Rift e la realtà aumentata, la stampa 3D in microscala, la nuova agilità dei robot, le energie rinnovabili dotate di sistemi intelligenti). Quello che ci aspetta, secondo il MIT, è un futuro in cui queste tecnologie stanno già risolvendo “problemi spinosi” e daranno il via a “nuovi potenti modi di utilizzare la tecnologia”.
Gli Stati Uniti sono all’avanguardia nello sfruttamento dei droni con tutte le tecnologie sottese; una di queste, oltre all’entertainment, alla ricognizione militare, alle riprese acrobatiche e quant’altro, è sicuramente l’utilizzo dei droni in ambito agricolo. Nella fattispecie, il ventaglio di usi certi che ci si staglia davanti è davvero ampio: topografia, cartografia, gestione rischi naturali, analisi deformazioni del terreno, pianificazione urbanistica, classificazione dell’uso dei suoli, analisi della vegetazione, fra le tante. Non ultima, la precision farming. La precision farming, permette di eseguire una mappatura del territorio e rilevare il reale fabbisogno di fertilizzanti, di acqua o di fitofarmaci. Nuovi apparati che concimano e disinfestano in base alle necessità, gli agro-droni stanno già costellando il panorama delle aree coltivate in varie parti del mondo.
Nell’ambito della ricerca, progettazione e produzione, l’Italia ha già molto da offrire.
L’entusiasmo, la passione e l’accrescimento di competenze in questo settore è immenso, non rimane che auspicare che le leggi in merito (a partire da un rinnovato regolamento ENAC) possano far fronte alle difficoltà riscontrate sul nostro territorio penalizzato dall’incertezza climatica, dal rischio ambientale e dalle scarse competenze e risorse a disposizione del piccolo imprenditore agricolo che è entità peculiare della nostra penisola. Non più fantascienza, ma scienza e formazione (tanta formazione) per un reale vantaggio competitivo alla portata di tutti.
Da blogdinnovazione.it, 26/06/2015