Il comparto florovivaistico ha una produzione assai diversificata poiché coinvolge oltre 2.000 specie utilizzate per ottenere fiori e fronde recisi; piante in vaso (aromatiche, officinali, da ortaggi e mediterranee); alberi e arbusti per l’arredo urbano, l’arboricoltura e la selvicoltura; bulbi, marze e talee. La superficie mondiale, con Cina e India in posizione leader, ammonta a oltre 500.000 ettari.
L’Europa, principale mercato di consumo, si approvvigiona, per fronde e fiori recisi, da Kenya, Colombia, Israele ed Ecuador che aggregano tra il 60 e 70% dei fiori importati, da essi derivando anche il 51% del totale delle importazioni florovivaistiche. La stessa Europa rappresenta, però, un forte esportatore avendo nell’Olanda – il Paese più organizzato nel produrre, ma anche acquisire da paesi terzi i semilavorati - il più importante produttore ed esportatore. La recente fase recessiva ha imposto, in Europa come in Italia, una complessiva riorganizzazione con concentramento delle aziende produttrici, mentre nella fase distributiva il contenimento dei costi è stato perseguito con la riduzione dei passaggi tra esportatore e cliente finale. L’Italia, prima in Europa per superficie investita, è da tempo seconda all’Olanda per numero di pezzi prodotti.
In Sardegna la filiera occupa 230 ettari e comprende 350 aziende che operano in serra e 86 in piena aria. Quasi tutte affiancano alla fase produttiva la distribuzione di materiali vegetali importati dall’Olanda e dal nord Italia. Nel recente passato un ruolo centrale lo ha svolto la Regione Sardegna, che ha sostenuto i programmi di sviluppo agricolo anche mediante la produzione “pubblica” dei materiali di propagazione operando attraverso due Consorzi di Frutticoltura e, per il settore forestale e dell’arredo urbano, producendo piantine in vaso ed esemplari attraverso l’Azienda Foreste Demaniali, prima, e l’Ente Foreste Sardegna, oggi. L’orientamento a favore delle iniziative private potrebbe, tra l’altro, valorizzare la produzione delle specie mediterranee, sempre più richieste dal mercato nord europeo. E’, però, necessario predisporre un complessivo progetto di rilancio che chiarisca i rapporti tra produzione pubblica e privata, proponga soluzioni di sostegno alle imprese anche facilitando l’accesso al credito, supporti le iniziative locali con normative di tutela (la DOP per le piante in vaso e la fronda di mirto e altre “mediterranee”), assicuri la semplificazione delle pratiche burocratiche e affianchi alla fase produttiva e commerciale una specialistica assistenza tecnica.
Nursery gardening in Sardinia: when beauty has its own problems
The nursery-gardening sector’s production is quite diversified, with more than 2,000 species used for cut flowers and foliage; potted plants (aromatic, officinal, vegetable, and Mediterranean); trees and shrubs for urban areas, arboriculture, and forestry; and bulbs, cuttings and slips. The worldwide surface area for the sector amounts to over 500,000 hectares, with China and India leading.
As the main consumer market, Europe stocks up on foliage and cut flowers from Kenya, Colombia, Ecuador, and Israel. They account for between 60 and 70% of the imported flowers, and 51% of total nursery imports. Europe itself is, however, a strong exporter. The most important producer and exporter is the Netherlands – the country best organized for production as well as for the acquisition of semi-processed items from non-EU countries. The recent recession has imposed in Europe, and in Italy, a comprehensive reorganization with a concentration of producing companies, with distribution costs contained by reducing the steps between exporter and end customer.
Although Italy is the European leader as far as the cultivated area is concerned, it has long been second to Holland for the number of pieces produced.