Biodiversità e diversità di forme: le nuove declinazioni del verde in città

Lo scorso 8 maggio nell’ambito di Flora Firenze si è tenuto un Convegno sul Florovivaismo e la Progettazione del Verde organizzato dal Comitato del Florovivaismo dell’Accademia dei Georgofili

di Antonio Ferrante
  • 13 May 2015
Il Convegno si è tenuto nell’ambito di Flora Firenze realizzata nella splendida cornice del Parco delle Cascine. Relatori di grande prestigio hanno illustrato le diverse sfaccettature della Floricoltura, del Vivaismo e della progettazione delle aree verdi. L’obiettivo del Convegno, ampiamente raggiunto a giudicare dalle reazioni dei convenuti, è stato quello di esaltare l’importanza delle piante ornamentali nel verde urbano per il benessere dei cittadini. Le relazioni che si sono susseguite hanno dato una panoramica della dimensione economica della floricoltura e delle piante ornamentali nel mondo e in particolare il ruolo dell’Italia (Il florovivaismo Italiano: La Grande Bellezza? S. De Pascale, A. Croci e G. Serra). La conclamata qualità delle piante ornamentali italiane ha permesso la conquista di nuovi mercati. Molte di queste piante sono utilizzate per l’arredo urbano di molti Paesi e in particolare di quelli dell’Europa dell’Est, dove l’esportazione è in continuo aumento. Malauguratamente, di questa qualità e utilizzo all’estero, attualmente, non c’è traccia perché mancano sistemi di identificazione dell’origine del prodotto (Il verde in città non è solo un colore. F. Ferrini, F. Mati). Le specie ornamentali mediterranee utilizzate per l’ambiente urbano sono tante, ma ne esistono ancora tantissime che possono essere valorizzate anche per le loro caratteristiche di tolleranza a stress biotici e abiotici. L’ampia disponibilità di colori dei fiori e delle foglie permettono di ricreare vere e proprie opere d’arte a cielo aperto (Biodiversità e piante mediterranee: nuove opportunità e nuove sfide. D. Romano, F. Bretzel, E. Margheriti). In città, le piante devono convivere con le opere edilizie e architettoniche, pertanto, il perfetto si può ottenere quando professionisti di discipline diverse come agronomi e architetti fanno convergere le loro esperienze e conoscenze in un unico progetto. Il bosco in città realizzato a Milano ne è un ottimo esempio (Il bosco verticale. L. Gatti). Le piante non sono immutabili, ma essendo essere viventi sono in continuo divenire e cambiano di stagione in stagione, così anche i nuovi concetti di architettura dinamica. Questa forma di architettura permette di avere edifici che cambiano forme ed esposizione, così come variano i giorni, i mesi e le stagioni (Dynamic architecture. D. Fisher). L’interazione tra piante e strutture in movimento rende ancora più complessa e interessante le opere che si possono realizzare in contesti urbani altamente popolati. 
Sebbene il futuro sia costruito tutto sulla sperimentazione e sul dare vita a nuove idee e forme, il passato non può essere dimenticato o ignorato, anzi attraverso lo studio di antiche opere ormai scomparse all’occhio umano (canali d’acqua sotterranei, vecchi muri, ecc.) possono far rivivere antiche oasi in luoghi desertici (P. Laureano). Il ritorno del verde in alcune aree desertiche è stato possibile proprio attraverso lo studio e la ricostruzione degli antichi corsi d’acqua e all’uso di piante locali con elevata resistenza alla siccità, alle alte temperatura e alla salinità. 
Il Convegno ha dato molti spunti di riflessione sull’importanza della giusta e armonica combinazione delle opere architettoniche con le piante ornamentali nelle città, per il benessere fisco e spirituale delle persone che la vivono.



Biodiversity and diversity of forms: the new geometry of urban green

On the 8th of May during the Flora Firenze exposition, the Conference on Floriculture, Nursery and Green Planning organized of the Floriculture and Nursery Committee of the Georgofili Academy