Il clima che cambia: l’agricoltura italiana da vittima designata a protagonista

Lo scorso 27 aprile, a pochi giorni dall’apertura di EXPO 2015, la comunità scientifica agraria e forestale italiana, riunita in un’affollata riunione all’Accademia dei Georgofili, si è impegnata a progettare soluzioni innovative su come adattare l’agricoltura ai cambiamenti climatici ed ambientali e come contribuire ad una efficace riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Sono stati proposti anche nuovi strumenti per indagare quale sia l’effettiva percezione che gli agricoltori hanno dei cambiamenti che sono già in atto e come vada progettato un nuovo approccio partecipato ai problemi di un futuro molto prossimo

di Franco Miglietta
  • 06 May 2015
All’incontro su agricoltura e cambiamenti climatici, che faceva parte delle tante iniziative che il CNR ha messo in campo per EXPO 2015, hanno preso parte oltre cento delegati fra ricercatori dei principali Enti di Ricerca e delle Università, rappresentanti dei Ministeri, delle Regioni e delle imprese. L’idea è nata da un’analisi del panorama della ricerca italiana attualmente cronicamente priva di finanziamenti nazionali efficacemente mirati all’analisi e allo studio delle relazioni complesse fra cambiamenti ambientali e climatici ed agricoltura. 
Non vi è dubbio che quello della ricerca sia uno snodo cruciale per la progettazione e l’implementazione di ogni politica efficace di adattamento e di mitigazione dei cambiamenti globali. Servono nuove idee e nuove soluzioni per prevenire / ridurre i probabili impatti del cambiamento e per disegnare strategie per la riduzione delle emissioni nette di gas ad effetto serra e di inquinanti. 
La discussione ha messo in evidenza che la comunità scientifica italiana possiede tutti gli strumenti e le idee per ideare, realizzare e sperimentare nuove soluzioni. E’ emersa con forza l’urgenza di lanciare un programma nazionale di ricerca, di dargli una struttura efficace individuando priorità d’azione ed obiettivi strategici, in un inderogabile quadro di innovazione. E quali sono i sentieri da battere per mobilizzare adeguate risorse finanziarie per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo.
 Tutti i presenti hanno convenuto sul fatto che, in assenza di un apporto scientifico ben strutturato ed organizzato, senza un disegno scientifico coerente, non sarà possibile intervenire in modo efficace sulla produzione di risorse alimentari sicure e sane e diventerà sempre più complicato “nutrire il pianeta”, come recita lo slogan principale di EXPO.  
Ed è proprio la Carta di Milano (http://carta.milano.it/it/), aperta alla sottoscrizione di tutti i principali protagonisti dei sei mesi di discussione di EXPO, a impegnare i governi di tutto il mondo, Italia compresa, a moltiplicare le risorse da dedicare alla ricerca agraria e forestale. 
Dalla tribuna dell’Accademia dei Georgofili il mondo della ricerca scientifica ha lanciato la sua sfida a chi ha il dovere di mantenere questo impegno. Adesso sta al governo raccoglierla, già a partire dal prossimo Piano Nazionale della Ricerca.


The changing climate: Italian agriculture, from intended victim to protagonist

Last 27 April, a few days before the opening of EXPO 2015, the Italian agricultural and forestry scientific community, gathered at a crowded meeting in the Georgofili Academy, committed to designing innovative solutions on how to adapt agriculture to climate and environmental changes and how to contribute towards an effective reduction of greenhouse gas emissions. New means have been suggested to examine farmers’ real perceptions of the changes already underway and how to plan a new participatory approach to the problems of a very near future. Research is undoubtedly a crucial hub for the planning and implementation of any effective policy to adapt to and mitigate global changes. New ideas and solutions are needed to prevent or reduce the probable impacts of climate change and to devise strategies that reduce net emissions of greenhouse gas and pollutants.