Fra i tanti prodotti vegetali naturali che si possono utilizzare come “promotori di crescita” in alimentazione animale al posto dei pericolosi antibiotici per produrre carni biologiche, un posto importante spetta al peperoncino. L’argomento prodotti alternativi agli antibiotici è stato spesso oggetto di segnalazioni sulla newsletter di informazione della nostra Accademia, e continua ad essere discusso a tutti i livelli, a partire dai giornali scientifici più accreditati.
Anche se non recentissimo, dato che risale al giugno 2021, è interessante il lavoro di Scienfei Long et al., pubblicato su “Animal Nutrition” (volume 7 (2): 305-314), che riguarda l’estratto naturale di peperoncino nella dieta dei suini, mettendone in risalto il potere antimicrobico paragonabile a quello della clorotetraciclina, il potenziamento dell’attività degli enzimi digerenti, la capacità antiossidante, la funzione antinfiammatoria, il tutto a vantaggio della salute intestinale.
L’estratto impiegato conteneva il 2% del principio attivo del peperoncino, la capsaicina. La prova ha riguardato 108 suinetti svezzati del peso medio iniziale di 8.68 kg. I trattamenti alimentari sono stati tre: una dieta di base mais-soia classica per il controllo; la stessa dieta con 75 mg/kg di estratto e la stessa dieta con 80 mg/kg di estratto. I risultati: già con 75 mg si è registrato un aumento significativo dell’accrescimento medio giornaliero e delle digeribilità apparenti dell’energia, delle proteine e della sostanza organica. A livello enzimatico, gli autori hanno misurato le attività della pancreolipasi nel pancreas, dell’alfa-amilasi, della lipasi e delle proteasi nella mucosa duodenale e, di nuovo della lipasi, nella mucosa ileale. A livello ormonale, si sono registrati significativi incrementi dei livelli dell’ormone della crescita, della beta-endorfina, della 5-idrossitriptamina, della superossidodismutasi e della catalasi. Al contrario sono diminuite nel siero, sempre in maniera statisticamente significativa, la malondialdeide, il fattore tumorale alfa, l’interferone-gamma, e l’interleuchina-6. Nel colon sono aumentate le concentrazioni degli acidi grassi volatili propionico e butirrico.
Gli autori concludono affermando prudentemente che l’estratto “potrebbe essere impiegato” come additivo negli alimenti zootecnici. Tutta questa prudenza non appare giustificata, alla luce dei risultati registrati.
Peraltro, il peperoncino è un ingrediente privilegiato di molte ricette delle cucine regionali dei Paesi caldi in tutto il mondo e viene apprezzato in alimentazione umana proprio per le stesse molteplici proprietà riscontrate da Scienfei Long et al. nei suini.
Quindi, ben venga anche il maiale al peperoncino. Buon appetito.