L'Unione Europea è preoccupata dai rischi di propagazione di un batterio che uccide gli ulivi nel sud dell'Italia ma non riesce ad accordarsi sulle misure da adottare per sradicarlo.
Il batterio Xylella fastidiosa affligge dal 2013 gli uliveti della Puglia meridionale. Tocca essenzialmente il Salento dove circa il 10% degli ulivi sono colpiti dalla malattia. "Abbattere l'albero è l'unica soluzione", sostengono alcuni. "E' necessario sacrificare il 10% malato dei circa 11 milioni di ulivi della provincia di Lecce per proteggere il 90% che e' sano", affermano. La necessità di agire e' impellente, poiché la propagazione avviene in estate attraverso insetti che trasportano il batterio d'albero in albero. Le misure d'urgenza attivate dalle autorità italiane non sembrano più sufficienti e devono essere rinforzate per bloccare la diffusione.
Tuttavia, gli Stati si trovano su posizioni molto diverse tra loro. La Francia e la Spagna sono molto dure, poiché il batterio killer minaccia anche le viti, si fa notare. Le discussioni con l'Italia vertono sull'estensione dell'area di contenimento in Puglia, l'entità dell'estirpazione, la sorte delle altre piante ad alto fusto, specialmente gli agrumeti, che potrebbero essere portatrici.
Il piano di eradicazione che è stato discusso a Bruxelles per settimane probabilmente comprometterà la posizione della Puglia come maggiore produttrice d’olio dell’Italia e devasterà il paesaggio del Salento, caratterizzato dalla presenza di maestosi alberi di olivo.
Ad aprile è prevista una nuova riunione e potrebbe rendersi necessario un voto a maggioranza qualificata degli Stati. L'obiettivo e' quello di trovare un accordo, per facilitare l'applicazione delle misure.
Il governo italiano ha intanto sbloccato 14 milioni di euro per permettere alle autorità locali di aiutare le aziende agricole toccate, e sono possibili co-finanziamenti europei per l'estirpazione. Tuttavia, ha avvertito una fonte europea, nessun finanziamento per la compensazione dei danni verrà accordato dal budget comunitario.
Da: Agrapress, rassegna stampa estera n° 1112, 31/03/2015