L ‘adozione dell’inerbimento, in alternativa alle pratiche di gestione del suolo tradizionali, lavorazioni ridotte incluse, rappresenta una strategia per contrastare efficacemente la degradazione del suolo; tuttavia, nonostante numerosi studi abbiano dimostrato come tale pratica migliori notevolmente le qualità del suolo, aumentandone la dotazione organica e riducendo drasticamente l’erosione, in molte aree olivicole stenta ancora a decollare. E’ perciò opportuno evidenziare come questa tecnica colturale, quando adottata con particolare attenzione nei primi anni di impianto nell’oliveto, oltre ad avere effetti positivi per l’ambiente, non pregiudica l’efficienza produttiva dell’impianto stesso e non altera le caratteristiche qualitative dell’olio.
Tutti questi aspetti verranno affrontati da qualificati ricercatori nella giornata di studio organizzata dalla Sezione di centro-Ovest dell’Accademia dei Georgofili in collaborazione con l’Accademia nazionale dell’Olivo e dell’Olio, che si svolgerà il prossimo 19 febbraio a Pisa.