Fare un breve articolo riguardante le sei principali specie di tartufo (Tuber magnatum Pico,Tuber melanosporum Vitt., etc.) per certi aspetti potrebbe sembrare molto presuntuoso viste le autorevolezze scientifiche che sono presenti in Italia, nelle varie Istituzioni. Mi rendo anche conto che il prodotto è estremamente pregiato ed economicamente importante da meritare un coordinamento fra i vari temi di ricerca in essere. Da notare che sembra essere in gestazione un disegno di legge per cercare di regolare questo settore. Non tratterò della “biologia de tartufo” o anche dei vari tipi e dei prodotti e sottoprodotti commercializzati ma cercherò di focalizzare l’attenzione sulle opportunità, sia scientifiche che commerciali, che potrebbero aprirsi solo se si riuscisse a fare maggiore massa critica riunendo sia le forze “scientifiche” sia i finanziamenti che i vari territori (Regioni, Comuni e Associazioni varie) hanno messo o potrebbero mettere a disposizione, per questo settore.
Il tartufo, essendo prodotto di nicchia e quindi molto pregiato, è fonte di ‘taroccamenti vari’ e il mercato è sempre più invaso da tartufi che provengono da altri Paesi Europei ed extra Europei che non hanno certamente le caratteristiche sensoriali dei nostri tartufi. Nello stesso tempo i raccoglitori locali di tartufi si sono riuniti in una miriade di Associazioni che in genere corrispondono a un determinato territorio con lo scopo di valorizzare il prodotto e di conseguenza anche il territorio. Più o meno recentemente in Toscana sono fiorite tante sagre o mostre, fra le più conosciute la Mostra mercato di San Miniato (Pisa), la Mostra mercato delle Crete Senesi a S. Giovanni D’asso (Siena), dove è stato organizzato anche un interessante museo del tartufo, che hanno attirato moltissimi visitatori. Tralascio volutamente altre iniziative toscane (Barberino di Mugello, Volterra, Scarperia, Montespertoli, Vaiano ect.) non perché meno importanti di quelle citate ma probabilmente più giovani. Non prendo in considerazione altre mostre fuori della Toscana , su tutte Alba in Piemonte, che hanno, senza dubbio, maggiore risonanza nazionale e internazionale soprattutto per la qualità e quantità del prodotto.
Mi preme qui sottolineare che la crescente importanza del tartufo ha richiamato una maggiore attenzione anche del mondo scientifico, che è stato coinvolto per venire incontro alle esigenze delle Associazioni dei Tartufai e degli Enti locali. Ormai in Italia ci sono gruppi di lavoro nei vari Dipartimenti Universitari o del Consiglio Nazionale delle Ricerche che lavorano, mediante svariate metodologie (biochimiche, genomiche, ecc.) per valorizzare, garantire la sicurezza e tracciabilità del prodotto oppure, a livello fitogeografico, studiano le relazioni esistenti fra specie vegetali arboree e micorrizze, rappresentando un forte valore aggiunto sia per la ricerca che per la qualità del prodotto. Come detto in precedenza si sono anche moltiplicate le Associazioni: basti pensare che i tartufai “regolari” nel 2006 erano 1300 nel 2014 se ne contano più di 4000 che, se ben gestit,i rappresentano una garanzia per l’originalità del prodotto. Un notevole impulso è stato principalmente dato, nei nostri territori, dalla Regione Toscana che ha finanziato molte manifestazioni e soprattutto ha approvato numerosi progetti di ricerca che stanno dando i primi risultati.
Premesso quanto sopra, credo che ci siano le condizioni per cercare di fare un passo avanti sia nel valorizzare quanto è già stato fatto sia cercando di organizzare una giornata conoscitiva (magari presso l’Accademia dei Georgofili) di concerto con le Istituzioni interessate per proporsi, attraverso le città del tartufo, per ottenere delle iniziative dimostrative all’EXPO 2015 collegandosi con l’enogastronomia e i prodotti di eccellenza del nostro agrifood.
Truffles: from local product to national opportunity
As a niche and therefore very valuable product, truffles have been “counterfeited” on various occasions. In addition, the market is being increasingly invaded by truffles from other European and non-European countries that certainly do not possess the sensory characteristics of the Italian truffle. As a result, local truffle gatherers have formed myriad associations that usually correspond to a specific area with the aim of promoting both the product and that area. The growing importance of truffles has attracted greater attention from the scientific world, which has entered the picture to meet the needs of the truffle gatherers’ associations and local bodies. At present in Italy there are working groups in the various university departments and National Research Council that are using various methodologies (biochemical, genomic, etc.) to promote and guarantee the product’s safety and traceability or to study the phytogeographical relations between woody plant species and mycorrhizae, representing a strong added value for both product research and quality.