La farina di nocciolo d'oliva, composta da lignina, emicellulose e cellulosa, potrebbe essere utilizzata come base per creare composti di polipropilene senza intaccare la resistenza alla trazione e riducendo significativamente i costi industriali.
Il polipropilene (o polipropene, abbreviato in PP) è un polimero termoplastico utilizzato a vari scopi industriali. Dai tubi del gas e dell'acqua, fino al tessile. Molti oggetti di uso comune, dagli zerbini agli scolapasta per fare alcuni esempi, sono fatti di polipropilene. Altri esempi di utilizzo del polipropilene sono: i cruscotti degli autoveicoli, i tappi e le etichette delle bottiglie di plastica, le reti antigrandine, le custodie dei CD, le capsule del caffè, i bicchierini bianchi di plastica per il caffè. E' quindi un materiale duttile e sempre più utilizzato, per questo si stanno cercando modi per mantenere le qualità ma abbassare i costi.
Poiché nel mondo si producono migliaia di tonnellate ogni anno di noccioli di oliva, a seguito del processo di frangitura, si tratta di un sottoprodotto e come tale molto poco costoso. La sua idoneità a diventare il riempitivo del futuro per gli oggetti in polipropilene è stata testata con una ricerca condotta in joint venture dall’Università tunisina di Sfax e da quella spagnola di Girona. La sperimentazione ha dimostrato che la farina di nocciolo d’oliva ha tutte le qualità meccaniche per essere utilizzata nell’industria del polipropilene, previa riduzione a una dimensione delle particelle compresa tra 50 e 400 micron e inglobamento, utilizzando un processo di fusione e stampaggio a iniezione, nel composto polipropilenico.
Le qualità del materiale con farina di nocciolo di oliva sono state assolutamente confrontabili con altri prodotti industriali, almeno fino al 60% di contenuto di nocciolo d’oliva.
Da Teatro Naturale, 19/12/2014