Le innovazioni genetiche che stanno cambiando la frutticoltura

di Carlo Fideghelli
  • 03 December 2014
Nell’ultimo decennio, secondo un’indagine di Della Strada-Fideghelli (2010), delle specie di maggiore interesse per la frutticoltura italiana (actinidia, albicocco, ciliegio, melo, pero, pesco e nettarine, susino), ogni anno, sono state introdotte quasi 300 nuove varietà, a testimonianza di una intensa attività di miglioramento genetico, sia pubblico che privato. Globalmente prevale ancora il miglioramento genetico pubblico che però segna un chiaro rallentamento, mentre è in forte aumento quello privato, soprattutto del melo, pesco e nettarine, susino giapponese e gli ibridi interspecifici di susino x albicocco.
L’Italia è al quarto posto tra i paesi che hanno contribuito all’innovazione varietale, dopo USA, Cina e Francia.
La maggior parte delle nuove varietà si differenzia dalle precedenti per piccoli miglioramenti dei caratteri del frutto (dimensione, aspetto, qualità, serbevolezza) e della pianta (produttività, adattabilità ambientale, resistenza agli stress biotici e abiotici), alcune sono invece portatrici di innovazioni più significative e che incidono profondamente sulla produzione frutticola.

Si ricordano alcune tra le innovazioni genetiche più importanti.
Albicocco: ampliamento del calendario di maturazione che in 10 anni è più che raddoppiato (maggio-settembre) rispetto ai tradizionali 2 mesi (giugno e luglio).
Una seconda innovazione riguarda l’intensa ed estesa colorazione rossa della buccia (foto in apertura) che caratterizza anche la maggior parte delle nuove pesche e nettarine, e di un numero crescente di nuove pere.
La terza innovazione che in futuro sarà sempre più importante, è la resistenza/tolleranza al devastante virus della sharka che, oltre l’albicocco, riguarda anche il pesco, le nettarine e il susino.
Le innovazioni più interessanti del ciliegio sono l’autofertilità e il distacco del frutto dal peduncolo.
Per il pesco l’innovazione più importante degli ultimi decenni è senz’altro il basso fabbisogno in freddo di molte nuove cultivar che ha consentito di espandere la coltura in aree subtropicali e di anticipare la raccolta al mese di aprile. Un carattere sempre più apprezzato riguarda il sapore subacido. Questo carattere caratterizza anche le pesche piatte (foto sotto), che da curiosità per amatori e da produzioni locali per mercati di nicchia stanno ormai diventando una tipologia di frutto presente sui mercati nazionali ed esteri durante tutta la stagione estiva.


In Italia ancora poco presenti, ma di crescente importanza in California e in Cile, sono gli ibridi susino x albicocco x susino (Plumcot, foto) e susino x albicocco x albicocco (Aprium®), apprezzabili per il loro sapore.


La crescente importanza delle produzioni biologiche, rende di particolare interesse le varietà di melo resistenti alla ticchiolatura, malattia per controllare per la quale sono necessari da 15 a 20 e più trattamenti chimici ogni anno.