“È inaccettabile che, con un colpo di spugna all’ultimo minuto, il Governo intenda cancellare l’esenzione Imu per i terreni agricoli, che fino a oggi copriva 3.524 comuni italiani, quasi la metà del totale”. Così il presidente Uimec (Unione Italiana Mezzadri e Coltivatori Diretti), Alessandro Ranaldi, commenta la bozza di decreto che Ministero dell’Economia si accingerebbe a pubblicare.
“Nelle intenzioni del governo”, spiega Ranaldi, “saranno esentati solo 1.578 comuni, altri 2.568 avranno una esenzione parziale, limitata ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali. Negli altri comuni invece, pagheranno tutti. Il criterio utilizzato per definire in quale delle tre fasce rientri il comune è calcolato sulla base dell’altitudine certificata dall’Istat. Rimarrebbero tutelati totalmente solo i comuni con un’altitudine superiore ai 600 metri, mentre l’esenzione parziale comprenderebbe i comuni tra i 281 e i 600 metri di altitudine e gli altri, i non montani, dovrebbero pagare una Imu completa su tutti i terreni.
“A quanto si apprende da indiscrezioni di stampa”, prosegue Ranaldi, “il decreto sarà presto approvato e pubblicato sulla gazzetta ufficiale, in quanto la nuova tassa va pagata entro il 16 dicembre. Cambiare a fine anno le regole del gioco, in modo retroattivo e costringere i contribuenti a una corsa contro il tempo per versare un’imposta che non hanno mai pagato prima, non è giusto, né legittimo. Gli imprenditori agricoli hanno diritto a sapere anticipatamente le tasse che gravano sulla propria attività, in modo da poter legittimamente programmare gli investimenti”. “La concreta attuazione della norma” conclude Ranaldi, “rappresenterebbe l’ennesima deroga allo Statuto del Contribuente che prevede un limite minimo di 60 giorni tra l’entrata in vigore della legge e la scadenza di adempimenti a carico dei contribuenti”.
Da Agrapress, 24/11/2014