Le informazioni sulla genomica della vite rese disponibili nell’ultimo decennio, offrono ampi strumenti ad approfondite indagini per la valutazione delle risorse del germoplasma e l’analisi della diversità genetica. Con lo studio della struttura delle popolazioni si acquisiscono elementi su origine geografica, eventi storici e uso delle cultivar. Le relazioni genetiche forniscono un indice dell’evoluzione sotto l’azione combinata dell’ambiente e dell’uomo. La selezione effettuata nei secoli dall’uomo ha determinato la formazione di famiglie varietali con varie combinazioni geniche particolarmente convenienti in rapporto alla destinazione del prodotto e alla località di coltivazione.
A tale proposito numerosi scritti relativi alle “Viti Prosecche” (alcuni dei quali risalgono anche al XVIII secolo) confermano l’esistenza di una grande variabilità di biotipi e di denominazioni (Prosecco tondo e lungo, Proseccon, Serprina, Glera, ecc.ecc.). nella estesa area collinare di coltivazione di queste popolazioni .
Sulla scorta di questa vasta documentazione il “ Gruppo di Genetica “dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, in collaborazione con i laboratori del CRA-VIT di Conegliano, ha condotto negli ultimi anni alcune ricerche sulla variabilità delle popolazioni del vitigno Prosecco anche utilizzando metodologie molecolari innovative.
Le ricerche hanno riguardato oltre 50 campioni di popolazioni di Prosecco provenienti da un’area compresa fra i Colli Euganei e il Carso triestino.
Per analizzare la variabilità genetica dei vari biotipi sono state condotte analisi molecolari specifiche utilizzando 4 differenti classi di marcatori (AFLP,SAMPL, ISSR e M-AFLP) secondo il protocollo Meneghetti et al. (2012). Dopo la conferma ,tramite analisi SSR (a 20 loci), dell’appartenenza di tutti i campioni ad uno dei due Prosecchi ( P. tondo e P. lungo) , si è passati all’utilizzo dei marcatori sopracitati in grado di sondare i polimorfismi sull’intero genoma. Grazie al primo importante risultato che ci ha consentito di discriminare tutti i genotipi, ottenendo per ogni biotipo un diverso profilo molecolare, si è potuto procedere successivamente all’analisi della similarità genetica.
Per il Prosecco tondo si è notato che in tutti i campioni provenienti dalla zona collinare del trevigiano erano presenti marcatori molecolari assenti in quelli provenienti dalla pianura; una certa differenza a livello molecolare si è evidenziata anche tra i materiali delle colline di Valdobbiadene e quelli dei Colli Asolani. La stessa diversità è stata osservata per il Prosecco tondo dei Colli Euganei (chiamato Serprina) e quello raccolto nella Regione friulana. Anche nel Prosecco lungo si sono raggruppati genotipi provenienti dalla stessa zona. In conclusione, i materiali di Prosecco (sia lungo che tondo) mostrano differenze molecolari riconducibili a diverse aree geografiche di coltivazione.
Ciò porta ad una importante conseguenza pratica in relazione alla tipicità delle produzioni delle varie provenienze : diventa cioè indispensabile tenere distinti , durante la propagazione , i materiali dei diversi ambienti affinché lo siano anche negli impianti. Solo così si potrà salvaguardare ,per ogni zona, il patrimonio di biotipi da coltivare come base , anche geneticamente riconoscibile , di una sicura tipicità.