Pronti a bloccare le città con i trattori per farsi ascoltare in Europa. I risicoltori scendono in piazza: non solo a Novara, Vercelli, Pavia e Mortara. Punteranno anche su Milano. Sono esasperati e chiedono un intervento decisivo del governo, nel semestre di presidenza italiana a Bruxelles. Lo scopo è fermare il flusso enorme di riso asiatico che entra in Europa a costi troppo bassi, una concorrenza che strangola produttori e industrie. «Chiediamo un intervento di Renzi, altrimenti il settore è spacciato» dice Giuseppe Ferraris, responsabile italiano di Confagricoltura per il comparto riso. A Mortara la riunione per decidere il calendario delle proteste, da accompagnare con striscioni e volantini.
Da lunedì 14 luglio per tutta la settimana sono sospese a rotazione le compravendite in tutte le borse merci. La protesta tocca il cuore delle piazze storiche del riso: da Novara, a Vercelli e Pavia, Milano e Mortara. La risicoltura italiana che conta è tutta qui. I 218mila ettari coltivati nel 2014 sono compresi, al 90%, in questo triangolo verde, per poco più di 4 mila aziende risicole. Per una settimana tutto congelato: l’agitazione coinvolge Agrinsieme (che a sua volta include Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative), le riserie artigiane di Confartigianato, le grandi industrie di trasformazione dell’Airi e i mediatori. Non partecipa Coldiretti. La filiera chiede una pressione dall’esecutivo perché Bruxelles non si trinceri dietro il solito «politically correct», sacrificando un pezzettino della sua economia agricola sull’altare dei grandi interessi internazionali.
Da: Notiziarrio A.S.A. del 14/07/2014