Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un'opportunità di sviluppo, investimenti e riforme per l’accesso ai fondi del Next Generation European Union (NGEU), attraverso un programma che prevede investimenti e riforme per accelerare, tra le altre aree di intervento, la tradizione ecologia e digitale. In tale contesto, l’Italia è la prima beneficiaria dei due principali strumenti del NGEU: il dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF), che garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro da impiegare nel periodo 2021-20226 e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il PNRR, piano preparato dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di COVID-19, prevede gli investimenti per il periodo 2021-2026 e si prefigge come principale obiettivo il rilancio della struttura economico-sociale italiana specialmente per quanto attiene a tre priorità trasversali condivise a livello europeo: digitalizzazione ed innovazione, transizione ecologica ed inclusione sociale.
Il PNRR si sviluppa lungo 16 Componenti che riflettono riforme e priorità di investimento in un determinato settore di intervento, a loro volta vengono raggruppate in 6 Missioni. La Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, derivante dallo European Green Deal e dal doppio obiettivo dell’Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia, intesa come fattore in grado di accrescere la competitività del nostro sistema produttivo. La Missione in questione si articola in 4 Componenti e prevede lo stanziamento di 59,47 miliardi dei complessivi 191,5 miliardi di euro del RRF. Alla Componente 1 della Misura 2 “Economia circolare e agricoltura sostenibile” (M2C1) sono stati assegnati 5,27 miliardi allo scopo di perseguire tre principali obiettivi, tra cui rileva, in particolar modo, lo sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile in un’ottica di miglioramento delle prestazioni ambientali ed incremento della competitività delle aziende agricole, in linea con la strategia europea “From Farm to Fork”.
All’atto pratico tali indirizzi programmatici richiedono idonei strumenti normativi atti a perseguire su scala nazionale (e non locali) gli obbiettivi anzidetti. In questa prospettiva, i contratti di filiera, istituiti dall’art. 66 della l. n. 289 del 27.12.2002, la cui disciplina è stata successivamente più volte modificata e, la cui disciplina si rinviene da ultimo nel d.m. MiPAAF 8 gennaio 2016, sono finalizzati a favorire l’integrazione delle imprese, la valorizzazione delle produzioni e, più in generale, il sostegno al settore agroalimentare, rientrano nel perimetro della Misura 2, Componente 1 del PNRR.
In dettaglio, i contratti di filiera si configurano quali strumenti per perseguire relazioni a livello orizzontali e verticale attraverso la collaborazione ed integrazione fra diversi soggetti della filiera operanti in territori multiregionali, nonché in un medesimo comparto produttivo. Quest’ultimi si aggregano nella prospettiva di perseguire un progetto in comune, nel pieno rispetto delle norme antitrust applicabili in agricoltura, e dell’autonomia contrattuale, migliorando in tal modo la distribuzione del valore lungo la filiera e superando i regionalismi. Attraverso questi accordi si persegue un obbiettivo comune all’intera filiera ove ciascun partecipante contribuisce con la propria attività, con conseguenze sul piano della responsabilità in caso di inadempimento di una di queste.
I contratti di filiera, pur rientrando nel perimetro della M2C1, si inquadrano nell’ambito dei finanziamenti su programmazione complementare al PNRR. Nel contesto del PNRR, con il D.L. 6 maggio 2021, n. 59, convertito dalla L. n. 101 del 2021 il Governo ha istituito il Fondo complementare al PNRR, con una dotazione complessiva di 30,6 miliardi di euro (per gli anni dal 2021 al 2026), ripartendolo tra i Ministeri competenti. Al MiPAAF sono stati assegnati 1,2 milioni di euro riferiti al programma di intervento “Contratti di filiera e distrettuali” per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo. L’intervento in questione è volto a rafforzare lo strumento dei contratti di filiera per il settore agroalimentare e ad estenderne l’uso a diversi ulteriori settori, permettendo il finanziamento di programmi di investimento integrati proposti da aziende appartenenti ad una determinata filiera. In particolare, lo scopo è quello di finanziare programmi di investimento sostenibili dal punto di vista ambientale, innovativi dal punto di vista tecnologico e, nel caso del settore agroalimentare, programmi che siano in grado di ridurre le emissioni di gas serra, lo spreco alimentare e l’uso di pesticidi e antimicrobici, migliorare l’efficienza energetica e aumentare la produzione/l’utilizzo di energie rinnovabili. Tramite il finanziamento su programmazione complementare al PNRR, i soggetti partecipanti agli accordi di filiera possono divenire destinatari di agevolazioni sotto forma di contributo in conto capitale e finanziamento agevolato. Ciò significa che le risorse disponibili a valere sul fondo complementare saranno impiegate per il finanziamento del contributo in conto capitale, di cui una parte dell’investimento a fondo perduto e la rimanente parte da svilupparsi attraverso finanziamenti agevolati, in forma di anticipazione rimborsabile con piano di rientro pluriennale, concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il finanziamento in questione è quindi realizzato sulla base delle modalità attuative dei contratti di filiera per il settore agroalimentare di cui alla Decisione C (2015) 9742 del 6 gennaio 2016, modificata dalla Decisione C (2020) 5920 del 7 settembre 2020, e di cui al D.M. n. 1192 dell’8 gennaio 2016 recante i criteri, le procedure e le modalità per l’attuazione dei contratti di filiera. La misura prevista nell’ambito del PNRR si struttura in due distinte procedure: lo scorrimento della graduatoria dei progetti già presenti nell’ambito del IV Bando 2015/2020 “Contratti di filiera e distretto” nel settore agroalimentare e l’emanazione di nuovi bandi per tutti i settori. Con riferimento alla prima, è stato emanato il decreto direttoriale n. 478546 del 28 settembre 2021 che ha disposto lo scorrimento della citata graduatoria, quanto al secondo intervento, è stato avviato e concluso un avviso di consultazione tecnica per il settore agroalimentare, pertanto, il decreto avente ad oggetto la disciplina dei finanziamenti a sostegno dei Contratti di filiera, le modalità e le procedure per l'attuazione del V Bando per il settore agroalimentare è prossimo alla pubblicazione. Il finanziamento su programmazione complementare al PNRR dei contratti di filiera rappresenta dunque una chiara manifestazione dell’intenzione del nostro paese di promuovere la riorganizzazione dei rapporti tra i differenti soggetti della filiera, di stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e di garantire prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola primaria. Alla luce dell’intenzione di implementare i contratti di filiera quale strumento strategico per il potenziamento del settore agroalimentare, ci si aspetta la pubblicazione di un decreto inerente al V Bando contratti di filiera incentrato sul raggiungimento degli obiettivi di carattere ambientale e di sostenibilità previsti dalle strategie nazionali e europee applicabili, ma basato sui medesimi vincoli e sulle stesse modalità di finanziamento utilizzate nell’ambito del IV Bando contratti di filiera.