Il cambiamento climatico, con un’intensificazione degli eventi estremi, sta causando numerose cadute di alberi e ha portato all’attenzione non solo dei tecnici e delle municipalità, ma anche dei cittadini, il problema della gestione alberature vetuste presenti nelle nostre aree urbane. È questa una tematica spinosa che, in alcuni casi, deve essere affrontata in modo purtroppo inderogabile e deve essere gestita non solo tecnicamente, ma anche ponendo attenzione all’aspetto comunicativo che assume un’importanza fondamentale per governare le problematiche e venire incontro alle aspettative e alle richieste della cittadinanza.
Gli alberi sono sempre caduti. Ci sono testimonianze scritte, disegni e poi foto di alberi “schiantati” anche nel passato. Quello che è cambiato è il livello di rischio, poiché sono aumentati i potenziali target. È sostanziale capire la differenza fra pericolo e rischio: per pericolo si intende una proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni. Invece, il rischio riguarda la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego, o di esposizione, di un determinato fattore. Quindi, il pericolo implica una condizione oggettiva e la certezza che si verifichi un evento avverso, mentre il rischio implica solo la possibilità che si verifichi tale evento avverso.
Detto questo, è doveroso sottolineare l’importanza “storica” e ambientale di alcuni individui (gli alberi creano un “mesoambiente” molto ombreggiato che mitiga notevolmente la temperatura estiva), per cui la rimozione di interi filari o gruppi di piante e il loro successivo reimpianto non appare una soluzione percorribile per alberature storiche o che comunque connotino una certa parte della città.
In questi casi si può suggerire una soluzione gestionale che preveda un rinnovo graduale di questa tipologia di alberature, garantendo la continuità visiva del viale alberato nel corso del tempo. Iniziare a sostituire oggi gli alberi in condizioni più critiche, proseguendo in modo progressivo, permetterà di garantire al tempo stesso condizioni di maggiore sicurezza assieme alla presenza stabile di un viale alberato. È, perciò, ragionevole provvedere alla sostituzione degli alberi in un arco di tempo non superiore a 15-20 anni, in modo da rimpiazzare dal 5 al 6,7% di alberi/anno. Ciò può essere programmato in accordo con i vivaisti in modo che essi possano pianificare la produzione e fornire piante già pronte e di dimensioni progressivamente maggiori in modo da garantire una certa uniformità dimensionale delle piante che saranno messe a dimora.
In certi casi, potrebbe anche essere presa in considerazione la possibilità di rimuovere interamente un’alberatura per ricrearne una con alberi di elevata qualità e gestiti in modo tecnicamente ed economicamente sostenibile che, al contempo, garantiscano la sicurezza del cittadino. La sostituzione completa consente di avere piante coeve e omogenee, cosa che può essere tuttavia raggiunta, come detto, anche con reimpianti “a lotti”, pianificando i diversi intervalli con piante di dimensioni progressivamente maggiori preparate in vivaio con una programmazione di lungo termine.
È chiaro che questa scelta sottintende che alcune decisioni politicamente “forti” e, forse, impopolari devono essere prese quando gli alberi sono vecchi, malati o danneggiati, ma ancora di elevato valore affettivo per i cittadini e quando l’impatto emotivo per una loro rimozione sia rilevante. Purtroppo talvolta è necessario compiere queste scelte per contribuire allo sviluppo di città sostenibili usando gli alberi nella maniera migliore per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, ridurre i costi energetici e, allo stesso tempo, fornire habitat migliori per l’uomo e per la conservazione delle specie animali.
Molte città, anche nel nostro Paese, sono già riccamente provviste di aree alberate. La sfida è prendere questa ricca dotazione, proteggerla e gestirla, ma anche di arricchirla ulteriormente per creare un patrimonio da passare alle future generazioni di cittadini. Esempi già esistono in varie parti d’Europa e da questi è possibile trarre ispirazione; tuttavia, è vitale sviluppare anche nuovi approcci e applicare nuove soluzioni per affrontare le sfide attuali e future.
La maggiore di queste sfide è contribuire allo sviluppo di città sostenibili usando gli alberi nella maniera migliore per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, ridurre i costi energetici e, allo stesso tempo, fornire habitat migliori per l’uomo e per la conservazione delle specie animali.
Un verde urbano di buona qualità non si produce per caso: una oculata pianificazione e un’altrettanto attenta progettazione sono necessarie per assicurare che gli alberi posti nelle aree verdi urbane, nei parchi e lungo la viabilità stradale urbana ed extraurbana migliorino il paesaggio urbano e forniscano servizi che incoraggino le persone ad utilizzare le aree alberate come parte della loro vita quotidiana. Per questo esse dovranno essere accoglienti, sicure, attraenti e promuovere una quanto più ampia possibile varietà di usi.