La sindrome della moria di api in Italia colpisce meno che nel resto d’Europa. E’ quanto emerge da uno studio paneuropeo epidemiologico sulle perdite di api negli alveari condotto dall’European Union Reference Laboratory for Honeybee Health (EURL), in base al quale il tasso di mortalità delle api in Italia è del 5,3% contro il 33,6% del Belgio, il 28%, di Svezia e Gran Bretagna e il 23% di Finlandia ed Estonia. I dati si riferiscono all’autunno 2012, alla primavera e all’estate 2013 e riguardano 31.832 colonie situate in 3.284 alveari.
Lo studio evidenzia la multifattorialità delle cause di moria delle api nell’ambito delle quali la presenza di alcune patologie e parassiti hanno un ruolo determinante, come la temibile peste americana, presente in modo rilevante in 12 dei 17 paesi europei oggetto di monitoraggio (tra cui l’Italia), la presenza della varroa, il nosema, il virus della paralisi cronica e la peste europea, patologie queste ultime che pure interessano con percentuali significative gli alveari italiani. Anche i fattori climatici e ambientali hanno un’influenza determinante sulla salute delle api. Lo studio si inserisce nel quadro della rete di monitoraggio istituita dalla UE per avviare misure atte a contenere il fenomeno della perdita delle api mellifere, considerato l’alto contributo che esse forniscono, grazie all’impollinazione, allo sviluppo delle colture, oltre che per tutelare la produzione di miele e degli altri prodotti che si ottengono con l’apicoltura.
Da Agrapress, 5/05/2014