Non basta dire extra vergine per dire qualità e benessere. “Un olio extravergine di oliva fa bene alla salute non perché è definito “extra” ma nella misura in cui è caratterizzato da un alto tenore in acido oleico e da un elevato contenuto in a -tocoferolo e biofenoli”. Lo afferma il prof. Maurizio Servili del dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatore del gruppo scientifico dell’alta qualità degli oli extra vergine di Unaprol al convegno la sicurezza alimentare nutre la salute, promosso dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori presso il Mipaaf. “Gli oli extravergini di oliva – dice Servili - non fanno bene alla salute di per sé come classe commerciale ma in funzione della loro composizione chimica ed in particolare del loro contenuto in sostanze fenoliche bioattive”.
Le cifre, più che le parole, possono spiegare meglio il concetto. Il contenuto in acido oleico di un olio extravergine di oliva, a livello di piattaforma produttiva mondiale, può oscillare tra il 47% e l’82% della composizione acidica totale, la concentrazione in biofenoli può andare da 40 mg/Kg a più di 1000 mg/Kg mentre una variazione del tutto analoga si può riscontrare per l’a-tocoferolo con valori compresi tra 23mg/Kg e 750 mg/kg.
Facendo riferimento a più di 500 campioni di oli certificati italiani di qualità si osserva come la maggior parte degli oli presentano valori di acido oleico maggiori del 70% con una mediana dei dati che si attesta al 75,6%, della composizione acidica totale, un contenuto in composti fenolici superiori a 300mg/Kg con una mediana collocata a 452 mg/Kg, mentre per l’a-tocoferolo il valore della mediana è collocato a 209 mg/Kg.
L’indicazione in etichetta riporta, però, solo la definizione “olio extravergine di oliva” e che l’indicazione 100% Italiano relativa all’applicazione del reg. UE 182/2009 non fa riferimento alla reale qualità del prodotto ottenuto in Italia. “Questo - afferma Massimo Gargano - presidente di Unaprol -rappresenta un elemento di confusione per il consumatore che è vittima della nebulosa creata intorno al nome di olio extra vergine di oliva. Quando le indicazioni salutistiche verranno riportate in etichetta potremo, forse, fare chiarezza su ciò che significa la qualità reale di questo prodotto unico”.
Fonte: UNAPROL