Riportiamo un estratto dell’articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica di mercoledì 9 aprile 2014, a firma di Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente di biotecnologie all’Università di Milano, e Gilberto Corbellini, storico della medicina ed esperto di bioetica, docente alla Sapienza di Roma.
… “In Italia non si possono produrre mais e soia ogm per fare mangimi economicamente competitivi rispetto a quegli ogm ipocritamente importati da Argentina, Brasile, ecc. penalizzando l’agricoltura italiana.
Un documento pubblicato l’anno scorso dall’European Academies Science Advisory Council - di cui è parte anche l’Accademia dei Lincei – sulle sfide e le opportunità delle piante geneticamente migliorate dice esplicitamente che gli ogm non sono dannosi per l’ambiente e non attentano alla sicurezza alimentare. In esso si dice che, utilizzati tenendo conto delle esigenze ecologiche e delle caratteristiche della tecnologia, le biotecnologie genetiche possono ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, limitando l’erosione dei terreni e riducendo l’uso dei pesticidi, ovvero consentendo di sviluppare miglioramenti genetici mirati secondo diverse esigenze locali…”