Gli agricoltori perdono terreno nella ripartizione degli utili in filiera. Secondo AgrOsserva, l’osservatorio Ismea e di Unioncamere, su 100 euro di spesa in prodotti agricoli freschi soltanto 22,50 euro restano in mano degli agricoltori, che diventano poi 1,8 euro, tolti salari e ammortamenti. Altri 36 euro vanno a remunerare il trade (ingrosso o dettaglio), 25 euro vengono trattenuti da altri operatori indirettamente coinvolti nella filiera, circa 9 euro sono riconducibili alle imposte e oltre 8 euro ad altre voci.
La situazione appare ancora più squilibrata nel caso di prodotti trasformati, dove i passaggi che intercorrono tra il “cancello” dell’azienda agricola e il punto di vendita, dove si registra l’acquisto finale, risultano più numerosi e pertanto più compressa è la quota del valore trattenuta dal settore primario.
Per il Presidente di Confagricoltura, Mario Guidi: “è una situazione di forte compressione della componente agricola nella filiera di cui bisogna farsi carico”.
Intanto, il risultato è che si deve registrare la scomparsa di quasi 33mila aziende agricole in dodici mesi, pari a una riduzione della base imprenditoriale del 4% rispetto al 2012.
Da Agrisole, anno 19, n° 10, 7-13 marzo 2014 (articolo di Ernesto Diffidenti)