Oiv: la produzione mondiale di vino sarà ai minimi storici

  • 17 November 2021

Non per tutti i vigneti mondiali è tempo di festa. Le gelate primaverili e altri fenomeni meteorologici hanno influito in modo significativo sulla produzione dei tre principali produttori che sono Italia, Francia e Spagna.  I volumi previsti per il 2021 saranno dunque "ai minimi storici" e "sotto la media per il terzo anno consecutivo", secondo le prime stime dell'Organizzazione internazionale del vino (OIV).
La produzione dovrebbe essere allo stesso livello, molto basso, del 2017, intorno ai 250 milioni di ettolitri. Si tratta del 4% in meno rispetto al 2020 e del 7% in meno rispetto alla media registrata in vent'anni.
Complessivamente Italia, Spagna e Francia, che totalizzano  quasi  metà  dei  volumi  mondiali, rispetto al 2020 hanno perso 22 milioni di ettolitri. Gli unici grandi paesi vitivinicoli europei che hanno fatto meglio dell'anno scorso sono Germania, Portogallo, Ungheria e Romania dove le vendemmie sono state abbondanti (+ 37%).
Nonostante i venti contrari e un calo della produzione  di  vino  del  9%,  l'Italia  mantiene  la leadership mondiale in termini di volume. Seconda la Spagna, mentre al terzo posto è retrocessa la Francia, che è il Paese che ha risentito maggiormente dei  capricci  del  tempo.  Dopo le gelate
primaverili, ha sofferto piogge estive, grandinate e un'offensiva molto marcata di peronospera.
Sono in calo anche Austria, Grecia ed ex Jugoslavia.
Dall'altra parte dell'Atlantico,  "le  previsioni  per  il  primo  raccolto  negli  Stati  Uniti  suggeriscono volumi  superiori  al  2020"  nonostante  gli  incendi  boschivi  che  hanno  devastato  la  California, afferma  l'OIV.  In  contrasto  con  il  magro  primato  dei  pesi  massimi  europei  della viticoltura mondiale, l'emisfero australe, dove il clima si è mostrato molto più clemente, può vantare livelli
di "produzione record". E' il caso del Sud America (Cile, Argentina, Brasile) e dell'Australia (+ 30%). Unico neo, la Nuova Zelanda (-19%).
Il raccolto negli Stati  Uniti  e  nell'emisfero  australe  "tende  a  bilanciare"  gli  scarsi  risultati  dei primi  tre  produttori  europei,  commenta  l'OIV.  L'organizzazione ritiene che  sia  ancora  troppo presto  per  giudicare  l'impatto  del  calo  della  produzione  sul  settore  vitivinicolo  mondiale.  "La pandemia genera ancora  un  alto  grado  di  volatilità e  d'incertezza".


da: Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 1403, 10/11/2021