Le preoccupazioni riguardo alla moria degli insetti non sono nuove, ma ora uno studio realizzato da alcuni ricercatori dell'Universita' di Wuerzburg, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, indica l'intervento umano sulla natura come il principale responsabile della moria di insetti.
Secondo lo studio, la crescente urbanizzazione e la relativa impermeabilizzazione del suolo, così come l'agricoltura intensiva avrebbero un impatto negativo sulla biodiversità e sul numero di insetti (...).
Un risultato sorprendente dello studio è che l'aumento delle temperature legato alla crisi climatica non sembrerebbe costituire per il momento una minaccia particolare. Al contrario, rivela lo stesso studio, le temperature più elevate potrebbero addirittura avere un effetto positivo sui quantitativi di insetti e il numero di specie esistenti. Questo è vero solo fino a un determinato limite di temperatura. "Nel nostro Paese tale limite non è stato ancora raggiunto", ha spiegato l'autore principale dello studio, il biologo Johannes Uhler. L'aumento della temperatura non è necessariamente auspicabile neanche per gli insetti. Bisogna infatti tener conto degli effetti indiretti. Ad esempio, l'aumento delle temperature potrebbe favorire la scomparsa di piante utili per l'alimentazione di alcuni insetti.
I ricercatori hanno anche sollevato delle critiche in merito a precedenti studi in materia. Finora, i cambiamenti relativi all'utilizzo del suolo sono stati ritenuti i principali responsabili della moria degli insetti, ad esempio nel caso di superfici coltivate a monocolture come la colza o il mais.
Anche la crisi climatica, e il conseguente aumento del caldo e della siccità, è stata indicata tra le cause. Un altro problema è che nei precedenti studi non verrebbe presa in considerazione la diversità delle specie di insetti, inoltre tali ricerche riguarderebbero solo brevi periodi di tempo o piccole aree.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno predisposto nella primavera del 2019 delle trappole a rete in 179 località della Baviera, sia in pianura che in montagna, nelle foreste, su prati e campi, nelle aree seminaturali e nei centri abitati. Dopo aver svuotato le trappole ogni quattordici giorni, gli scienziati hanno determinato la biomassa, cioè il peso degli insetti catturati (...).
I ricercatori hanno così rilevato che la maggior parte delle specie e il maggior numero di insetti sarebbe concentrato nelle aree seminaturali, come ad esempio nelle foreste, mentre la biomassa degli insetti in città è risultata inferiore del 42%. Intorno alle aree coltivate, la biodiversità delle specie era del 29% più bassa. Piccoli cambiamenti potrebbero aiutare a migliorare la situazione degli insetti, sostengono i ricercatori di Wuerzburg, che suggeriscono, tra le varie misure, di creare più spazi verdi nelle città, per esempio lungo i bordi delle strade o sui tetti degli edifici. Anche le siepi e i margini di campi coltivati a fasce potrebbero dare un contributo importante.
Secondo gli scienziati, i risultati emersi in Baviera potrebbero essere trasferibili a tutta la Germania.
da: Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 140, 20/10/2021