Il Dott. Ruggero Mazzili, nelle sue chiarissime relazioni, ama spesso ripetere un concetto che, personalmente, ritengo validissimo e mai tramontabile, nonostante tutte le agricolture “puntate” (Agricoltura3.0, 4.0, ecc.).
Mazzili così si esprime: “Per effettuare un buon esame del suolo occorrono 1) Mani per toccarlo; 2) Occhi per guardarlo; 3) Testa per capirlo; 4) Gambe e fiato per perlustrarlo”.
La scienza della fertilizzazione ha visto negli ultimi anni un intensificarsi di lavori scientifici nel settore della nutrizione vegetale, in particolare nei riguardi di prodotti e formulati “innovativi”, spesso indicati come biostimolanti. La ricerca “affannata” da parte delle società di produzione, ma anche di molti ricercatori, ha fatto spesso dimenticare che l’agricoltore e il tecnico di molte aziende, non “super-evolute” dal punto di vista tecnologico, hanno ancora bisogno di sistemi e mezzi tecnici semplici e facilmente applicabili.
Questo non significa rifiutare la ricerca e le sue “produzioni”, ma ci ricorda che l’Italia agricola è fatta ancora di una moltitudine di piccole aziende con esigenze molto diverse da quelle “evolute” dal punto di vista tecnologico. Anche queste hanno però il “sacrosanto” diritto di essere seguite ed aiutate dal punto di vista tecnico, a maggior ragione oggi che vengono man mano a scomparire i servizi di assistenza tecnica regionali.
Sicuramente le analisi del terreno, quelle fogliari, peziolari, ecc., insieme alle innovazioni dei prodotti e delle tecniche di distribuzione, rappresentano una solida base tecnico-scientifica su cui far affidamento per stilare corretti piani di fertilizzazione, ma non deve cadere in secondo piano la conoscenza diretta dell’appezzamento, della coltura e delle pratiche agronomiche messe in atto dall’agricoltore.
Molte aziende si affidano a consulenti capaci ed esperti nella realizzazione di piani di concimazione, ma sono ancora molte quelle che agiscono senza nessuna base o concetto scientifico, e si muovono in modo empirico, spesso con notevoli dispendi finanziari e riflessi negativi sull’ambiente.
Diversi sono stati i tentativi per cercare di dare indicazioni pratiche sulla concimazione delle colture, in particolare quelli messi in atto per redigere i “bilanci di concimazione” per i disciplinari di produzione integrata, complessi sistemi di calcolo che dovrebbero servire a razionalizzare l’uso dei concimi, perfezionando dosi, epoche e modalità di applicazione.
Tutti sistemi validissimi, ma troppo spesso inappliccabili o inapplicati in campagna. In questo contesto sembra utile segnalare un valido sistema operativo alle decisioni, utilizzato da anni in diversi Stati (Svizzera, Francia), che può essere di valido aiuto all’agricoltore e al tecnico di campo.
Si tratta di “Tabelle di ponderazione” preparate da Istituti di Ricerca d’oltralpe (es. Agroscope), utilizzabili per razionalizzare la concimazione azoto-fosfo-potassica della vite, fruttiferi e piccoli frutti.
Le tabelle, molto semplici e intuitive, utilizzano alcuni indici per “ridurre” o “aumentare” le dosi di concime rispetto ad uno standard di riferimento.
L’uso di queste tabelle, può servire, negli anni, dopo opportuni adattamenti, a razionalizzare l’uso dei concimi per conciliare produzione, ambiente e bilanci aziendali.
Le tabelle, logicamente, non escludono le analisi dei terreni, ma vogliono solo essere un complemento e/o un valido aiuto in tutte quelle situazioni dove può riuscire difficile, per motivazioni diverse e temporanee, l’utilizzo delle analisi del terreno.
SCARICA QUI : Tabella Fattori influenzanti la concimazione azotata e indici di ponderazione (Fonte Comm. Romande, Suisse).jpg