L’Italia ha il primato mondiale nei consumi annui di olio extravergine d'oliva con oltre 500mila tonnellate, ma il 50% degli italiani non è ancora in grado di riconoscere un prodotto di qualità. E’ questa la fotografia scattata da Unaprol, su dati Ismea. Nonostante il consumo medio annuo pro capite di olio d'oliva si aggiri sui 7,5 kg, i consumatori italiani non hanno ancora in mano tutti gli strumenti per scegliere con cognizione il miglior prodotto possibile per caratteristiche chimiche e organolettiche.
Secondo i dati forniti dall'organizzazione dei produttori, gli italiani dedicano il 2,3% del proprio budget di spesa all'olio extravergine d'oliva, con una larga propensione all'acquisto diretto presso frantoi, cooperative ed olivicoltori (30%) ma “occorre lavorare all'educazione al consumo di oli extravergine d'oliva di qualità per valorizzare in questo modo l'impegno ed il lavoro dei produttori italiani", spiega il presidente di Unaprol Granieri: "amaro e piccante, due caratteristiche positive degli oli, non possono essere scambiati per difetti, così come è necessario pretendere al tavolo di un ristorante che l'olio abbia la sua dignità e non venga servito in una oliera che ne distrugge le caratteristiche organolettiche e salutistiche e mortifica i produttori di qualità".
da: Notiziario Agrapress, 10/9/2021