"Con l'innalzamento dei livelli del mare in Italia l'acqua salata sta già penetrando nell'entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all'abbandono l'attività agricola", ha affermato la Coldiretti in occasione dell'allarme lanciato dal rapporto sul clima del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc ) dell'Onu. "La siccità e' diventata l'evento climatico più ricorrente da nord a sud della penisola con danni stimati pari ad oltre un miliardo all'anno per l'impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni. A causa della siccità e dell'aumento dei livelli del mare, la risalita del cuneo salino, ossia l'infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che è più che preoccupante per l'economia agricola di buona parte d'Italia compresa la valle del Po dove si concentra il 35% della produzione, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, oltre ad allevamenti da latte e produzione di formaggi", ha sottolineato Coldiretti.
L’agricoltura è infatti l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli nonostante l'evidente tropicalizzazione del clima che ha moltiplicato gli eventi estremi. In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero, proposti dalla Coldiretti nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)", ha affermato il Presidente Ettore Prandini nel chiedere però "di accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio".
da: Notiziario Agrapress, 9/8/2021