La Ractopamina cloridrato (RAC) è un additivo alimentare zootecnico largamente usato in alcuni paesi come gli Stati Uniti, tollerato in altri come il Canada, assolutamente proibito in 160 altri paesi, fra cui la Cina, la Russia e i paesi dell’Unione Europea.
Che cosa è la RAC e a che scopo viene somministrata? Viene impiegata, quasi esclusivamente, nell’alimentazione dei suini ed ha lo scopo di migliorarne le prestazioni produttive (accrescimenti e indice di conversione), nonché di modificare le caratteristiche della carne, poiché stimola l’ipertrofia del tessuto muscolare a scapito del tessuto adiposo.
L’effetto della RAC sull’anabolismo animale è molto simile a quello esercitato dal Clenbuterolo, un additivo alimentare usato dai nostri “palestrati” e culturisti per esaltare lo sviluppo di bicipiti, pettorali e “tartarughe” addominali. Ambedue questi prodotti sono ritenuti nocivi e pericolosi. I palestrati facciano pure quello che sembra loro meglio, ma per quanto riguarda la carne suina è giusto che dalle nostre parti la RAC non si possa legalmente usare e non arrivi sulle nostre tavole nascosta nella carne.
Contrariamente a quanto stabilito dalla europea EFSA (European Food Safety Authority), che ha messo al bando l’uso della RAC per l’insufficienza dei dati sperimentali a favore, negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration) ha dato via libera al suo impiego, indicandone le dosi ammesse: da 5 a 10 g per tonnellata di mangime per 3 – 4 settimane di trattamento.
Un certo Dr. Thompson dell’ Extenction Service della Michigan University, ha recentemente scritto: “in studi sperimentali effettuati su migliaia di suini in condizioni di sicurezza ed in base all’esperienza di 20 anni di somministrazione in campo su centinaia di milioni di suini, la RAC si è dimostrata efficace e sicura”. Anche senza entrare nel merito della nocività o meno del trattamento sulla salute dei consumatori, i nostri prodotti alimentari tipici, come i prosciutti DOP o il lardo di Colonnata, non ne trarrebbero certo alcun vantaggio, anzi al contrario, perderebbero la loro tipicità per la carenza della necessaria quota di grasso. Bene dunque ha fatto l’EFSA a prendere posizione contraria.
In effetti, anche nei paesi in cui l’impiego della RAC è ammesso sono sorte molte perplessità, per lo meno di natura commerciale: oltre alle ragioni relative al benessere animale, ci si preoccupa anche della sicurezza delle carni da esportare. Nel 2012 l’agenzia internazionale del Codex Alimentarius ha definito il massimo livello di residuo (MRL) di RAC ammesso nelle carni destinate al consumo e l’EFSA ha dichiarato che, poiché non è possibile acquisire dati certi sui livelli dei residui, le carni degli animali trattati non devono entrare in Europa. L’FDA, al contrario, è su una posizione a favore e anche in Canada il trattamento con la RAC non è illegale. Addirittura, il Canadian Pork Council ritiene che, in pratica, il pericolo per la salute umana non esista, in quanto “solo” il 3% della carne suina prodotta in Canada risulta trattata! Ad ogni buon conto, la Canadian Food Inspection Agency certifica che le carni destinate all’esportazione devono essere “RAC free”.
Va detto che in alcuni organi, come il fegato e i reni, la RAC si accumula, si concentra e persiste anche per lunghi periodi. Ma, afferma il già citato Dr. Thompson, niente paura, tanto negli Stati Uniti nessuno mangia questa roba!
Ma noi non vogliamo rinunciare, ogni tanto, ai fegatelli nella rete con l’alloro.
Evviva l’ EFSA!
Fonte: All About Feed, 21/07/2021