C’è una barriera verde che protegge le coste. Piante come lo sparto pungente o la gramigna delle spiagge sono fra i migliori difensori contro l’invasione di plastica. La loro conformazione e le radici molto ramificate agiscono infatti come vere e proprie “trappole” per limitare la dispersione dei rifiuti. La conferma del ruolo fondamentale svolto dalla vegetazione dei sistemi dunali arriva da uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin e condotto da un team dell’Università di Pisa sul litorale da Viareggio a Calambrone nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
I ricercatori sono partiti da un censimento dei rifiuti marini. Tre le spiagge che hanno preso in esame: Calambrone, Lecciona e Bufalina, la prima a sud della foce del fiume Arno e le ultime due a nord, siti in cui si depositano maggiormente i detriti a causa delle correnti.
La maggior parte del materiale che hanno rilevato (85%) era costituita da plastiche di natura polimerica, quindi carta e cartone (3,6%) e legno lavorato (3,1%). In particolare, per quanto riguarda la plastica si trattava soprattutto di frammenti di piccole e medie dimensioni, resti di spugne domestiche, pacchetti di patatine, involucri di dolci e mozziconi e filtri di sigaretta, ma anche vasi in plastica e sacchetti per mangimi o fertilizzanti associati alle attività agricole.
“Il problema dei rifiuti costieri è di grande attualità e il legame con la vegetazione è ancora poco studiato interne - spiega Daniela Ciccarelli del Dipartimento di Biologia – Quando infatti le dune costiere sono erose o prive di una consistente copertura vegetale i rifiuti possono raggiungere anche le aree più. Questa situazione merita una grande attenzione specie se pensiamo che il Mar Mediterraneo è stato identificato come una delle aree più inquinate del mondo, anche perché è un bacino semichiuso con coste densamente popolate interne”.
Fonte: Comunicato Stampa, Università di Pisa, 8/7/2021