Non è cancerogeno, non è mutageno, né tossico per la riproduzione. Sono le conclusioni del primo rapporto sulla sicurezza di uno degli erbicidi più discussi e più diffusi in campo agricolo, il glifosato. Conclusioni stilate dalle autorità di Francia, Olanda, Svezia e Ungheria, nell'ambito del rinnovo dell'autorizzazione Ue, che si concluderà con la valutazione finale dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all'Agenzia europea dei chimici (Echa).
Nel frattempo, però, in Italia resta il divieto di farne uso, sia nelle aree frequentate dalla popolazione, mentre per l'utilizzo in agricoltura per ora non ci saranno variazioni.
Date le polemiche degli anni scorsi, il rapporto è stato preparato dalle autorità di quattro Paesi (Francia, Olanda, Svezia e Ungheria) invece che di uno solo come da prassi Ue. Il documento indica che il glifosato ha i requisiti per essere ri-autorizzato in Europa, ma raccomanda ulteriori analisi del suo impatto sulla biodiversità. Le analisi e raccomandazioni delle quattro autorità nazionali sono state consegnate a Efsa e Echa. Le due agenzie pubblicheranno i documenti sui loro siti web e avvieranno una consultazione on line in settembre.
Raccolti i commenti, Echa e Efsa stileranno le loro conclusioni, attese rispettivamente in maggio e giugno 2022. Sarà quindi la Commissione europea a dover preparare una proposta legislativa sulla base dei pareri scientifici, da presentare ai Paesi membri.
Nel frattempo, l'Italia mantiene il divieto di usare il glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche di utilizzarlo nei campi per accelerare la maturazione e la raccolta.
da: Terra e Vita, 15/6/2021