Negli oliveti italiani sono state censite 16 delle 43 specie di cocciniglie segnalate su olivo nei Paesi del bacino del Mediterraneo, del Mar Rosso e della costa atlantica della Penisola Iberica. La specie più diffusa, seppur poco appariscente, è il mimetico cerococcide Pollinia pollini, mentre le più note e nocive sono la Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissatia oleae) e la Parlatoria (Parlatoria oleae). Occasionali e spesso localizzate sono le pullulazioni dei coccini Lichtensia viburni e Filippia follicularis che, similmente alla Saissezia, vivono su foglie e rametti ed emettono abbondante melata sulla quale sviluppano le fumaggini. Anche i diaspini Leucaspis riccae, Lepidisaphes ulmi e Asidiotus nerii, pur frequenti, di norma, non rivestono interesse fitosanitario; mentre rari sono Dynaspidiotus britannicus Epidiaspis leperii, Hemiberlesia rapax, Mytilaspis destefanii, Quadraspidiotus ostreaeformis e Q. lenticularis. Tali dispini non producono melata ma infestano, oltre a foglie e rami, anche le drupe deturpandole. Fra gli pseudococcidi, che possono vivere su tutti gli organi delle piante e che emettono escrementi zuccherini, occasionalmente presente negli oliveti è il polifago Cotonello longiraggiato (Pseudococcus longispinus), mentre una specie poco nota, ma ampiamente diffusa è la mirmecofila Peliococcus cycliger (Leonardi, 1908), descritta oltre un secolo fa come Pseudococcus cycliger, è segnalata in Italia, Francia, Spagna, Algeria, Marocco e Tunisia. In Sicilia e in Calabria lo pseudococcide è stato riscontrato sempre in esigua densità di popolazione principalmente sui polloni basali e in zone cave e poco accessibili della parte basale del tronco di olivi secolari, nonché sulla graminacea Cynodon dactylon, quasi sempre associato ai formicoidei Crematogaster scutellaris e Tapinoma nigerrimum. Similmente alla stragrande maggioranza delle cocciniglie presenti su olivo, lo pseudococcide è tenuto sotto controllo da numerosi entomofagi, sia indigeni che introdotti per la lotta biologica. Tali ausiliari, la cui discreta ed efficace attività passa spesso inosservata a causa delle loro modeste dimensioni corporee, è essenziale per il mantenimento degli equilibri biologici dell’agroecosistema e va, pertanto, tutelata limitando al massimo l’impiego di prodotti fitosanitari. Per il controllo demografico delle cocciniglie importanza notevole rivestono le razionali pratiche colturali, quali le concimazioni equilibrate e le potaure; tuttavia per quelle specie che superano determinate soglie di intervento, l’impiego di oli minerali, dopo la raccolta, consente di ridurre significativamente la loro densità di popolazione e di meglio tutelare gli entomofagi.
Foto: giovani femmine di Peliococcus cycliger accudite da operaia di Crematogaster scutellaris