Con la fine dell’inverno nelle città meridionali sono esplose le fioriture di piante coltivate e delle cosiddette wildflowers che svolgono un ruolo importante nell’ecosistema urbano. Offrono a numerosi organismi animali pabulum, riparo e substrato riproduttivo; inoltre le piante concorrono a migliorare la qualità dell'aria, assorbendo il biossido di carbonio, e a decontaminare il suolo e l'acqua; nonché a mitigare gli effetti del clima e a migliorare l'ambiente di vita degli abitanti delle città. Un elevato numero di specie di insetti antofili accorre sui fiori di campo ai quali assicura l’impollinazione incrociata e la sopravvivenza anche in spazi di ridotte dimensioni. Osservazioni periodiche, condotte in un’area abbandonata del centro urbano di Catania, hanno consentito di accertare sui fiori contemporaneamente in antesi di Glebionis coronaria, Reseda luteola, Isatis tinctoria, Echium plantagineum, Oxalis pes-caprae e Tropaeolum majus, la presenza di numerose specie di Coleotteri Cetonini, Ditteri Muscidi, Rincoti Eterotteri, e Imenotteri Apoidei. Di di tali antofili, in corso di studio, interessante è il comportamento dello Sfecide solitario Ammophila sabulosa L. Gli adulti della specie, nota come “Vespa scavatrice o della sabbia”, come molti Apocriti hanno il primo urotergite addossato al torace, di cui diviene parte funzionale, formando il propodeo, cui seguono due segmenti lunghi e stretti denominati peziolo; gli uriti successivi costituiscono il gastro, dove si trova l’ovopositore. La lunghezza del corpo può sfiorare i 30 mm; il tegumento è di colore nero con una caratteristica colorazione rosso aranciato sui primi uriti del mobile gastro. A partire dalla metà di marzo gli adulti neosfarfallati si accoppiano; poco dopo i maschi muoiono e le femmine iniziano a scavare i nidi pedotrofici nei quali trasporteranno una o più prede e, dopo averle paralizzate, depongono un uovo sul loro corpo. Per nutrirsi di nettare e per catturare le prede, oltre ai fiori, esplorano anche le altre parti delle piante alla ricerca di larve non pelose di Lepidotteri Pieridi e Nottuidi, nonché di Ortotteri e di Imenotteri Tentredinoidei fitofagi. Individuata una preda, la femmina la paralizza iniettandole il secreto delle ghiandole annesse all’ovopositore e, in volo, la trasporta fino al nido. Al comportamento di sotterrare le prede si deve il nome “Vespa scavatrice”; più larve di piccole dimensioni possono essere accumulate nella celletta, per assicurare il completo sviluppo della larva di Ammofila che nasce dall’uovo deposto sulla prima preda. Ultimata l’ovideposizione la femmina chiude l’apertura del nido con una sorta di tappo di sabbia e mimetizza l’ingresso con detriti vari. Una femmina, nel corso della sua vita, costruisce una decina di nidi pedotrofici. Tuttavia può anche parassitare i nidi costruiti da altre femmine conspecifiche, limitandosi a rubare una o più prede presenti ovvero distruggendo l’uovo dell’ospite che sostituisce con uno suo.
E’ stato calcolato che il 28% delle uova deposte viene distrutto da altre Ammofile e il 5% viene parassitizzato dal Dittero Sarcofagide Metopia sabulosa.
Per difendere il nido, la Vespa scavatrice può attaccare anche l’uomo e causare dolorose punture iniettando un veleno che può provocare reazioni allergiche.
Foto (S. Longo): Ammophila sabulosa nei pressi dell’ingresso del nido pedotrofico.