I brillanti semini grigi sono un ingrediente praticamente immancabile in qualsiasi ciotola per i cereali, quanto meno su Instagram: da quando sono stati introdotti sul mercato tedesco i semi di chia, hanno spopolato su blog, riviste hipster e riviste di cucina. Un'università ha ora sviluppato la prima varietà tedesca di chia. Il cosiddetto "superfood" è stato finora importato soprattutto dall'America centrale e meridionale, ma negli ultimi anni, alla luce dell'elevata domanda, anche gli agricoltori africani sono entrati nel business. I semi di chia sono originari del Messico e del Guatemala e si dice siano stati utilizzati nella cucina locale sin dai tempi dei Maya. Sono considerati un superfood non a torto, in quanto rappresentano una delle fonti più ricche dei preziosi acidi grassi polinsaturi, oltre a vantare un elevato contenuto di proteine e fibre alimentari, nonché di vitamine e minerali. Non c'è dunque da stupirsi se sempre più persone decidono di acquistare i semini, nei negozi di prodotti biologici o di prodotti dietetici naturali, nonostante il loro prezzo si aggiri sui 20-40 euro al chilo.
Presto anche gli agricoltori tedeschi potrebbero beneficiare di questa tendenza. Infatti, l'Università di Hohenheim di Stoccarda ha reso noto che l'Ufficio federale delle varietà vegetali ha concesso l'autorizzazione della varietà "Juana", sviluppata dalla stessa università, che potrà essere quindi coltivata in Germania. Rispetto a molti suoi cugini sudamericani, la varietà tedesca è meno sensibile al freddo ed è in grado di sopportare meglio la durata del giorno alla latitudine locale. Ora si dovranno trovare aziende produttrici di sementi disposte a inserire tale varietà nei loro programmi di selezione e a commercializzare i semi agli agricoltori. Lo sviluppo della coltivazione a livello locale comporterebbe un bilancio ecologico del prodotto nettamente migliore. Infatti, così come molti altri alimenti in voga, la chia è un piccolo "killer del clima". Oltre alle modalità di trasporto ad alta intensità di CO2 dall'America del Sud, c'è anche il problema del frequente ricorso da parte degli agricoltori locali ai pesticidi, allo scopo di aumentare la resa e soddisfare l'elevata domanda esterna.
Inoltre, sottolinea Simone Graeff-Hoenninger, a capo del gruppo di lavoro sui sistemi di coltivazione e sulla modellizzazione dell'Università di Hohenheim, l'aumento dell'export di tale varietà ne avrebbe favorito una minore disponibilità sul mercato locale. "L'aumento della domanda ha comportato anche un aumento di prezzo, tale per cui la popolazione locale non è più in grado di permettersi un prodotto che rappresenta uno degli alimenti di base della propria dieta", ha osservato.
La chia è stata introdotta sul mercato tedesco nel 2009, come ingrediente da forno, successivamente, a partire dal 2013, è stata autorizzata anche la vendita di semi di chia puri. Non mancano alcune critiche attorno alla chia tedesca, dal momento che esistono molte piante autoctone che presentano quasi gli stessi valori nutritivi dei semi di chia, come ad esempio i semi di lino, l'olio di colza o alcune varietà di noci.
Da: Agrapress, Rassegna della stampa estera n. 138319, 21/5/2021